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Economia

Tasse: appello di Casali ai comuni su Imu e Irpef: “Non fate cassa”

Il presidente Confindustria Ancona sulla tassazione: "Si pensi di più alle razionalizzazione delle spese e non alla sola copertura delle spese con più tasse… è troppo facile"

Il prezzo del carburante è alle stelle, a fine marzo entreranno in vigore le nuove tariffe dell’addizionale Regionale e Comunale Irpef, in aprile un rincaro delle bollette elettriche a causa dell’aumento del prezzo del petrolio, a giugno l’Imu con i nuovi criteri di calcolo.
Un vero salasso alle buste paga dei lavoratori e un aumento di costi per le aziende, che  non potranno ribaltare sui costi dei prodotti.
Sullo spinoso tema della tassazione interviene Giuseppe Casali, presidente Confindustria Ancona:

“Siamo perfettamente consapevoli della necessità di fare tutti dei sacrifici per il bene del Paese e gli industriali non sono certo a chiedere di non pagare le tasse.
E’ altresì vero che la discrezionalità  - seppur nei limiti consentiti dalla legge - dei Comuni nel definire le nuove aliquote dell’addizione all’Irpef è un dato di fatto: ecco perché siamo a sollecitare tutte le Amministrazioni Comunali del nostro territorio ad agire con  responsabilità e adoperare ogni strategia possibile  per non fare aumentare i costi alle imprese e ai cittadini.
Aumentare le tasse è diventato un modus operandi per “fare cassa”, forse il più semplice e il più immediato e, lasciatemelo dire, spesso un alibi per non impegnarsi invece nel perseguire quell’efficienza organizzativa che consentirebbe un risparmio di risorse preziose senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini e delle imprese, già provate da tutti gli aumenti previsti dal nuovo decreto fiscale.
Non si è vista in questo periodo nessuna ristrutturazione di Enti Pubblici e più ancora delle Società di servizi degli stessi.

Parliamo dell’Imu: ci giungono voci, anche se non ufficiali, che la maggioranza dei Comuni si stia orientando verso l’aumento massimo consentito per legge: già la reintroduzione della tassa sugli immobili prevede significativi aumenti sia dell’imponibile (che a causa del diverso moltiplicatore farà aumentare del 60% rispetto alla vecchia ICI), sia delle aliquote: l’aliquota di base è fissata allo 0.76 per mille ma i Comuni potranno apportare a loro discrezione un aumento o una diminuzione di 3 punti.
Analogo discorso vale per l’addizionale comunale all’Irpef: anche qui ci risulta che i Comuni si stiano orientando verso gli aumenti massimi consentiti dalla legge (0,8%), pur avendo la possibilità di rimanere sotto questa soglia.

Questo chiediamo ai Comuni: che scelgano consapevolmente e responsabilmente di posizionarsi, sia per l’Imu che per l’Irpef, nella parte bassa della forbice consentita dalla legge. Pesare ancora una volta sui bilanci delle aziende sarebbe un atteggiamento miope, che penalizzerebbe non solo le stesse aziende, ma tutto il territorio su cui le aziende operano e producono reddito.
È ora di avere una visione condivisa e di lavorare tutti insieme per il bene e il futuro del nostro Paese. Si pensi di più alle razionalizzazione delle spese e non alla sola copertura delle spese con più tasse… è troppo facile”.
 

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