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Cronaca

Zaffiri choc, Paolini (Lega) chiederà sospensione: «Frase improvvida ma non deve dimettersi»

Zaffiri, che comunque aveva subito chiesto scusa pubblicamente, non si dimetterà dalla carica di Vice Presidente del Consiglio ma dovrà vedersela con il Collegio Federale di garanzia della Lega Nord che dovrà decidere la punizione

Il segretario della Lega Nord Marche Luca Rodolfo Paolini chiederà la sospensione dal partito di Sandro Zaffiri dopo la frase choc postata su Facebook contro il Prefetto di Roma Gabrielli. Ma per il suo partito non deve dimettersi dalla carica di Vice Presidente del Consiglio. Lui non si dimetterà e non gli verrà chiesto neppure dal carroccio. «Quel post non c’entra nulla con la carica istituzionale che ricopre Zaffiri - ha precisato Paolini - E’ una frase improvvida, ma da qui a dimettersi da una carica istituzionale ce ne passa. Zaffiri non deve dimettersi perché, seppur il fatto sia oggettivamente grave, è una frase fatta da uomo politico di partito e deve essere valutata dalla Lega Nord, tanto che qeusta frase ha aperto il fianco a chi non aspettava altro per strumentalizzare la situazione. E poi si parla di un post facebook, una provocazione». Sarà, ma anche un post facebook può essere dirompente. Lo dice la Cassazione che, di recente, ha stabilito come un’offesa sul social network possa integrare il reato di diffamazione aggravata. Insomma come fosse al livello di un articolo di giornale. «E’ vero - risponde Paolini - ma conta anche l’intenzione e il dolo e Zaffiri non voleva né offendere né essere violento».

Dunque Zaffiri, che comunque aveva chiesto scusa pubblicamente, non si dimetterà dal suo ruolo. dovrà però vedersela con il Collegio Federale di garanzia della Lega Nord, con il compito di valutare il fatto  e decidere la punizione da infliggere a Zaffiri. La segnalazione deve arrivare dal territorio, saranno poi i componenti dell’organo nazionale a decidere se accogliere la richiesta di sospensione. Ma i segretari federali potrebbero anche aumentare o diminuire la pena richiesta. Le altre possibilità sono il richiamo scritto e l’espulsione. «Io non credo che siano possibili le altre due perché la prima sarebbe troppo poco mentre la seconda si adotta per casi davvero gravi e non è questo il caso» ha commentato il segretario Paolini. 

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