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Cronaca Jesi

Un aiuto alle donne per denunciare le violenze. Aperta a Jesi “Una stanza tutta per sé”

Ce ne sono altre cento in Italia. La sua realizzazione, all'interno del Commissariato di polizia, è stato possibile grazie alla collaborazione del Soroptimist International

JESI – Una stanza dedicata all'ascolto e all'accoglienza delle donne vittime di violenza. E' stata inaugurata giovedì pomeriggio, al Commissariato di polizia. Lo spazio ricavato è stato necessario per intervenire su un fenomeno che oggi desta allarme sociale e per dare una risposta alla sempre maggiore richiesta di aiuto delle donne. La stanza servirà a fare rete tra istituzioni e associazioni.

«L’obiettivo è di mettere a proprio agio le donne che hanno vissuto storie di dolore – ha detto il questore Cesare Capocasa, presente all'inaugurazione - di sofferenza, di abuso e dove cercare di ricostruire il loro vissuto. L’iniziativa con il contributo di Soroptimist International e di alcuni sponsor privati, rientra nell’ambito delle attività finalizzate a prevenire e contrastare i reati di cui sono vittime le donne ed in generale, i soggetti deboli. Un vero e proprio messaggio di fiducia nei confronti di chi è vittima di abusi e violenze, un modo per fare sì che queste persone, all’interno di un ufficio di polizia, si possano sentire accolte, ascoltate e protette come in una casa vera».
La presidente del Soroptimist di Jesi, Catia Mastrantuono ha osservato come «sia molto importante diffondere l’iniziativa di “Una stanza tutta per sé”, una best practice tra le azioni che mirano a sostenere le donne vittime di violenza, abusi e maltrattamenti fino all’atto della denuncia alle forze dell’ordine». Oltre ai numeri di aiuto di polizia e carabinieri le donne possono rivolgersi anche al 1522.

Il progetto della stanza dedicata ha la finalità di sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona. Dal titolo dell’omonimo saggio del 1929 di Virginia Woolf, “Una stanza tutta per sé” è concretamente un’aula per l’audizione protetta della donna che denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto persecutorio e violento, allestita in un apposito ambiente riservato e reso più accogliente. Pensata per favorire un approccio con gli investigatori che eviti il
configurarsi di eventi traumatici e mira altresì a trasmettere un clima di piena attenzione per le sofferenze subite in un contesto riservato. Nella stanza è stato collocato anche il kit informatico audio-video per la verbalizzazione delle denunce, già in dotazione della polizia di Jesi.
L’accordo per la realizzazione di queste speciali aule di audizione, siglato nel 2020 con la polizia di Stato, ha visto i Soroptimist Club realizzare circa oltre 100 stanze nelle questure di tutta Italia. All'inaugurazione oggi erano presenti anche il dirigente del Commissariato di Jesi Mario Sica, il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo, il vicesindaco Samuele Animali, la vicepresidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche Maria Antonietta Lupi e il vescovo Gerardo Rocconi.

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