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Cronaca

Violenza sulle donne, richieste di aiuto in aumento: +6,4%

Gli accessi nei centri antiviolenza delle Marche sono stati 417. Marziali, Pari Opportunità: «Cresce la consapevolezza»

Nel corso del 2016 ben 417 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza operanti sul territorio. Dati che emergono nel corso della seduta del Consiglio Regionale di martedì 5 dicembre dedicata al Rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne e che segnano un incremento rispetto allo scorso anno. Un +6,4% che, secondo Meri Marziali, presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, «sono frutto maggior consapevolezza delle donne di poter accedere a questi servizi anche se resta ancora difficile denunciare una violenza all’interno delle mura domestiche. Credo che tuttavia il dibattito di questi anni e le azioni intraprese hanno dato risultati attraverso una rete di servizi molto importante per protezione nel percorso di uscita dalla violenza».

Chi subisce violenza

Il profilo della donna vittima di violenza è quello di una marchigiana tra i 36 e i 45 anni, diplomata, coniugata con figli (che spesso assistono alle violenze) e un posto di lavoro stabile. Di fianco alle denunce c’è tuttavia un sommerso «pari o superiore alle vittime di usura» spiega in aula Patrizia Peroni, vicequestore aggiunto della Questura di Ascoli e Fermo. Donne temono le conseguenze e non chiedono aiuto. Come l’esempio di una vittima, 20 anni di violenze alle spalle, che nel tempo ha sporto circa 100 denunce per poi ritirarle o far decadere le accuse non presentandosi in Tribunale.

Chi è il violento

Mariti (81,3%) di età compresa tra 46 e i 55 anni spesso con dipendenze da alcol (24,5%) o sostanze stupefacenti (16,4%). Diplomati (54%) o con licenzia di scuola media (21,4%), la maggior parte di essi lavora stabilmente. Esercitano violenza psicologica o fisica per la gran parte ma ci sono anche casi di maltrattamenti di natura economica (11%), stalking (9,8%%) e sessuale (6,6%).

I dati di Ancona

Il 28,5% delle denunce 2016 arriva dai Centri antiviolenza dell’Anconetano: 119 in aumento rispetto ai 107 del 2015. La maggior parte di loro ha chiesto aiuto telefonicamente. Sono poche (appena 13) quelle che si sono presentate di persona negli uffici della rete. Per la maggior parte sono laureate. Le donne straniere rappresentano il 20%. 

Il ruolo della scuola

Come operare da un parte per contrastare il silenzio e dall’altra per risolvere il problema? Il fattore educativo è chiamato a un ruolo di primo piano. «La lunga coda di violenze e di soprusi - avverte Claudia Mazzucchelli, segretaria Uil Scuola Marche - lancia un messaggio di allarme che impone di rivedere un modello educativo. A volte sono i genitori che trasmettono stereotipi ma la scuola è un fronte aperto tra famiglia e società, luogo ideale per trasmettere relazioni differenti. Si può legiferare quanto si vuole ma se non si parte da un cambio culturale rischiamo di dare nomi diversi agli stessi problemi».

Elezioni regionali, manca la doppia preferenza

Parità di genere anche sulla scheda elettorale regionale, la legge è ferma da febbraio e il comitato promotore della proposta ha raccolto circa 200 firme per farla calendarizzare entro dicembre. Tra le firme anche quelle delle parlamentari marchigiane Amati, Fabbri, Morani e Manzi. Si vuole l’introduzione della possibilità per l’elettore di esprimere la doppia preferenza uomo-donna. Al termine della seduta è stato siglato il Protocollo interistituzionale “Rete regionale antiviolenza delle Marche: azioni integrate per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere”. L’assessore regionale alle Pari opportunità Manuela Bora, presidente del Forum permanente contro le molestie e le violenza di genere, e i rappresentanti dei 65 enti istituzionali aderenti (Anci, Uncem, Comuni capofila degli Ambiti territoriali sociali, Prefetture, Corte di appello delle Marche e Magistrature, Carabinieri, Polizia di Stato, Asur Marche, Ufficio scolastico regionale, organizzazioni sindacali e datoriali, Commissione regionale pari opportunità, Ombudsman Marche, Corecom Marche, Ordine dei medici, Collegio degli infermieri, Ordine degli psicologi, Ordine degli assistenti sociali, Ordine degli avvocati, Ordine dei giornalisti) si impegneranno a cooperare per contrastare la violenza di genere, aiutare le vittime, promuovere la prevenzione, monitorare il fenomeno, realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione attraverso i media e i social media. 

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