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Cronaca

Violenza, nel 2015 sono 392 le donne che hanno chiesto aiuto

L'assessora Manuela Bora: «La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale a tutte le società. Affonda le sue radici nella società patriarcale»

«Un tema che rappresenta una battaglia di civiltà». Così l’assessora alle Pari opportunità Manuela Bora nel suo intervento alla seduta consiliare dedicata all’illustrazione del rapporto annuale dati sul fenomeno della violenza contro le donne nelle Marche, così come previsto dalla legge regionale n.32 del 2008. Secondo il rapporto, nel 2015 nelle Marche 392 donne si sono rivolte ai 5 Centri antiviolenza marchigiani. 275 donne hanno ricevuto accoglienza: 136 di tipo legale, 117 di tipo psicologico. Rispetto ai 392 contatti, nel 77% dei casi (303 donne) si tratta di violenza psicologica; nel 63% le donne hanno subito violenza fisica (247). In oltre la metà dei casi (252) pari al 59% le donne sono state prese in carico dai CAV, cioè accompagnate nel loro percorso. 

«La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale a tutte le società. Affonda le sue radici nella società patriarcale. Quando le donne hanno iniziato ad emanciparsi nel lavoro e nella società e ad occupare lo spazio pubblico, la situazione si è aggravata. Gli uomini hanno sentito il potere sfuggire di mano. E la violenza, che a volte sfocia nell’assassinio, è una delle conseguenze. Ma la rivoluzione culturale non si è ancora compiuta, la prova è nei numeri e nelle violenze che quotidianamente si consumano. Purtroppo - rileva Bora - solo il 31% delle donne che si sono rivolte nel 2015 ai CAV è occupata stabilmente, questo sta a sottolineare come al problema della violenza si sommano problemi di scarsa autonomia economica”. La violenza degli uomini contro le donne avviene in ambito familiare: per il 77% dei casi si tratta di un marito/fidanzato/convivente; per il 26% dei casi si tratta di un ex e nel 65% dei casi il maltrattante è italiano. Il report conferma la bontà del ruolo della “rete informale di vicinanza” e quello dei CAV, riconosciuti come riferimento protetto per acquisire informazioni, orientamento ed accoglienza nel difficile percorso di consapevolezza per la fuoriuscita dalla violenza»

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