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Cronaca

Violenza sulle donne, Ancona ha la maglia nera

Il 34% dei casi segnalati ai Centri Antiviolenza arriva dalla provincia dorica. Spesso sono donne sposate con figli. I loro aguzzini? Mariti, fidanzati, ex. L'assessore regionale Bora parla di scardinare la cultura della forza

Ha tra i 34 e i 53 anni, sposata con figli, un diploma e un lavoro stabile. È questo l'identikit della maggior parte delle donne marchigiane vittime di violenza, secondo i dati raccolti nei Centri Antiviolenza della regione. I dati sono in calo ma pur sempre sotto stretto controllo. Nel corso del 2014 sono state 422 (contro le 439 del 2013) le donne che si sono rivolte ai Cav, denunciando 895 violenze o maltrattamenti: in molti casi, quindi, sono state segnalate sopraffazioni multiple. La tipologia di violenza denunciata conferma l’ordine di prevalenza del biennio precedente: violenza psicologica e, a seguire, fisica, economica, stalking e sessuale. La violenza domestica si conferma la più diffusa in assoluto, causata soprattutto dal marito, dal convivente o dall’ex marito. Uomini per la maggiore di età compresa tra i 34 e i 53 anni, diplomati e con un'occupazione stabile. La provincia più interessata dal fenomeno è quella di Ancona (34%), seguita da Pesaro (27%). 

Gli scenari sono evidenziati nel rapporto annuale che la Giunta regionale ha trasmesso all’Assemblea legislativa, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre). È il quarto rapporto che viene prodotto a partire dal 2010. «Rappresenta un valido strumento di lettura di questo grave fenomeno sociale, purtroppo presente anche nelle Marche - commenta l’assessore alle Pari Opportunità, Manuela Bora - Va scardinata, progressivamente, una cultura della forza e della sopraffazione, per abbracciare un approccio culturale e sociale che privilegi il rispetto delle differenze». 

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