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Cronaca

Violenza sulle donne, si abbassa l’età: «Bisogna denunciare, l’esitazione può essere fatale»

L’avvocatessa Alessia Bartolini ha analizzato il problema focalizzandosi sui nuovi risvolti ancor più preoccupanti

Gli ultimi recenti fatti di cronaca hanno riportato in auge l’annoso problema della violenza sulle donne. Questo, ultimamente, ha presentato dei nuovi e terribili risvolti che stanno preoccupando, e non poco, le autorità. Con l’avvocatessa anconetana Alessia Bartolini abbiamo provato a tracciarne i contorni più rilevanti alzando la lente d’ingrandimenti su alcuni aspetti che potrebbero risultare molto utili in questa battaglia:

«Statistiche alla mano possiamo dire che l’età si sta abbassando progressivamente. In ogni caso bisogna sempre tener conto che ogni giorno si sentono storie di violenza. Come spiego questo “abbassamento”? Per il fatto che anche chi commette reati è sempre più giovane, è un qualcosa che viaggia in parallelo».

Sulle tipologie di violenza la Bartolini si lascia andare ad una panoramica eloquente: «Sbaglieremmo a pensare che la violenza sia solo quella fisica. La legge “codice rosso” ha finalmente dato una connotazione al revenge porn e ad una serie di altri reati che prima non venivano tutelati. Bisogna denunciare subito, le esitazioni possono essere deleterie. Sul perché non lo si faccia le spiegazioni sono molteplici. Si inizia da chi crede che la situazione possa progressivamente migliorare, fino a chi subisce psicologicamente il contesto. Esistono donne che, maltrattate, sperano sempre che qualcosa possa cambiare. Se poi, in mezzo, c’è un bambino si complica il tutto perché molte tacciono per paura di interventi giudiziari. Questo succede perché c’è poca conoscenza della legge, una legge che nasce per tutelare. In ultimo, bisogna tener presente la variabile “opinione pubblica” dove la donna, spesso e volentieri, viene addirittura colpevolizzata con il più classico del “se lo è cercata”».

La soluzione resta una sola: «Solo denunciando si può cambiare qualcosa. Solo così potranno attivarsi i vari strumenti di tutela. A proposito, bisogna crearne sempre di più, anche valorizzando le segnalazioni di chi è vicino alle vittime perché possono fare la differenza».

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