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Cronaca

Vigili assenteisti, sotto la lente della Procura dorica carte e computer

Si cerca fra carte, documenti, attestazioni di straordinari liquidati. Ma anche nelle cronologie delle navigazioni web. Il tutto per capire se, quando le divise figuravano in servizio, in realtà fossero altrove

Terremoto nella polizia Municipale dopo i casi di assenteismo scoperchiati dalla procura di Ancona. E scattano le perquisizioni a carico degli indagati. Tra loro c’è l’ufficiale arrestato giovedì mattina con le accuse di truffa e falso in atto pubblico. Difeso dall’avvocato Marta Balestra (in foto), il 55enne è stato rilasciato venerdì mattina dal giudice, che ha comunque convalidato l’arresto. Resta il fatto che gli agenti della polizia giudiziaria della stessa Municipale dorica, guidati dal maggiore Marco Caglioti, hanno ispezionato le abitazioni e gli uffici di tutti quelli coinvolti nel presunto giro di favori. Al setaccio faldoni di documenti, ma anche i computer degli indagati.  In totale 5 le persone sotto accusa del pm Paolo Gubinelli, titolare dell’inchiesta. Oltre all’ufficiale osimano, c’è anche un Marta Balestra-4vigile urbano che ha ricevuto un avviso di garanzia e altri 3 indagati a piede libero. Sono tutti accusati di essersi coperti a vicenda per lavorare meno ore e, in alcuni casi, addirittura gonfiarsi lo stipendio. 

Ora sarà fondamentale capire che cosa emergerà della carte e dai supporti informatici. Si cercano le prove di questi presunti favoritismi tra “furbetti”. Sotto la lente carte, documenti, attestazioni di straordinari liquidati. Ma anche le cronologie delle navigazioni web, l’uso di software, accessi utente particolari nei vari pc. Il tutto per cercare la prova che, quando le presunte divise infedeli figuravano in servizio, in realtà erano da tutt’altra parte e i loro pc di lavoro rimanevano inattivi.

DIFESA. La posizione più difficile sembrerebbe essere quella dell’ufficiale arrestato giovedì per il fatto singolo di quella mattina. Una situazione già chiarita dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Marta Balestra. L’avvocatessa ha spiegato che l’ipotesi che il suo assistito stesse facendo jogging, quando avrebbe dovuto essere al lavoro, non regge. Per due motivi. Primo. L’ufficiale quella mattina non era in servizio, per cui tutto quello che ha fatto prima delle 10 del mattino è irrilevante. Secondo. E’ impossibilitato a qualsiasi attività fisica per problemi di lombosciatalgia. E’ vero, ha chiamato un collega chiedendogli di smarcargli il cartellino perché, alle 10, avrebbe voluto entrare in servizio per sbrigare un lavoro in arrestato. «Una leggerezza ma nulla di più» ha detto il legale. Però alle 10:30 era ancora a casa. C’è stato un problema personale per la figlia che gli ha dovuto lasciare il nipotino. Tanto che, quando i colleghi sono arrivati a casa sua per notificargli il fermo, lo hanno trovato davanti il cancello con il bambino.

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