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Trasferito dopo aver indagato, vigile contro il sindaco Mancinelli: «Ora vi racconto tutto»

Il sovrintendente capo Daniele Gambini replica al sindaco e racconta la sua verità sul trasferimento dopo l'indagine per corruzione che ha scosso il Comune

Nel dicembre 2018 era nel team della municipale che segnalò alla Procura i casi di corruzione in Comune. Da più di un mese la matricola numero 64 è stata trasferita dalla sezione di Polizia Giudiziaria al servizio Telelaser. «Lo ha chiesto lui perché, a suo dire, non aveva più lavoro da svolgere» ha spiegato ieri il sindaco Valeria Mancinelli in consiglio comunale. La stessa matricola, alias il sovrintendente capo Daniele Gambini, esce allo scoperto e racconta un’altra storia. «Anzitutto speravo che la Mancinelli, come mio sindaco e mio datore di lavoro, avesse ascoltato anche la mia versione prima di rispondere all’interrogazione dei consiglieri» spiega rammaricato Gambini, che ha alle spalle ben 20 anni di servizio: «Quel trasferimento mi è stato imposto». 

«Io e Caglioti venivamo esclusi»

«A dicembre 2018 ero nella sezione guidata da Marco Ivano Caglioti e avevamo segnalato alla Procura gli episodi di corruzione- racconta Gambini- in seguito a quella attività ci furono le perquisizioni in Comune e gli arresti. Una volta terminata l’indagine ho notato strani comportamenti al comando». Ad esempio?«Altri colleghi erano stati tolti dalla polizia giudiziaria senza che ne avessero fatto richiesta, uno pochi giorni dopo le perquisizioni. Eravamo praticamente rimasti io e Caglioti, il quale è stato sottoposto anche a provvedimento disciplinare. Venne nominata una nuova figura per la funzione organizzativa più altri due agenti, ma ormai sembrava che ci fossero due sezioni giudiziarie in una. I colleghi andavano dagli altri tre, mentre io e Caglioti eravamo esclusi» continua Gambini. A gennaio 2020, spiega il sovrintendente, la situazione si è fatta più evidente: «Le pratiche c'erano, le vedevamo, ma a me e Caglioti veniva passato il minimo indispensabile. Ci occupavamo di falso documentale e al comando abbiamo uno dei laboratori più tecnologicamente avanzati d’Italia. Tuttavia, in quasi un anno, mi saranno state assegnate una decina di pratiche quando prima non c’era neppure il tempo di andare in bagno». La Mancinelli ha però sostenuto che la Polizia Giudiziaria lavora esclusivamente su delega della Procura e non del comando: «Non è così, le è stata detta una cosa non vera - dice Gambini- faccio un esempio, nel caso della frode di patenti false io e Caglioti che ripeto, ci occupiamo di falso documentale, non siamo stati avvertiti di nulla mentre in quell’operazione sono risultati farne parte due ufficiali di cui uno responsabile della sezione viabilità, vi pare normale?».

Il trasferimento 

Poi esplode il caso del trasferimento. «Il 5 novembre sono stato chiamato dalla Rovaldi nel suo ufficio, alla presenza del vicecomandante. Mi disse che, dal momento che Caglioti sarebbe stato fuori 15 giorni per malattia, io sarei andato a svolgere temporaneamente il servizio attrezzature tecniche vista anche l’apparente mancanza di pratiche da seguire. Le risposi che le pratiche c’erano e che volevo restare alla polizia giudiziaria, ma che dovevo essere messo in condizione di svolgere il mio lavoro. Lei replicò che potevo dissentire, ma che in qualità di comandante avrebbe deciso lei». Nei giorni successivi: «Iniziai il lavoro e da allora ho ricoperto quasi tutti gli incarichi, anche il piantone. Il 23 novembre sarebbe scaduta la mia assegnazione temporanea, ma leggendo le “coppiette” (gli ordini di servizio,ndr) risultavo ancora assegnato alla sezione viabilità-front office». Il 17 novembre Gambini ha quindi chiesto spiegazioni alla Rovaldi via mail. Ci fu un altro incontro e a fine novembre la risposta per iscritto firmata però dal vicecomandante: «C’era scritto che l’assegnazione era stata concordata con me quel 5 novembre, ma è una cosa fuori dal mondo». Gambini ha quindi attivato un legale e l’Ugl: «Non è l’unico che ha subito questo- spiega il segretario regionale Ugl- Polizia Locale Vincenzo Marino- a queste persone coraggiose non è stato detto neppure grazie. Attiveremo l’Autorità Nazionale Anticorruzione per proteggerlo nell’attività professionale e ci appelleremo ai giudici del lavoro». 

Malessere generalizzato 

«Nel comando trapela malessere generalizzato, anche in altri settori- conclude Gambini- sembra che i neoassunti vengano mandati allo sbaraglio e i più esperti messi in condizione di non lavorare al meglio. Alcuni hanno chiesto la mobilità e sono andati in altri comuni».   

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