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Cronaca Via Saline

Buche e strade chiuse in via Saline, le aziende in perdita: «Ci hanno abbandonato»

L'assessore Stefano Foresi sbatte i pugni sul tavolo, ribadendo come debba essere la ditta che si occupa dei lavori in autostrada a sistemare via Saline. Per il ponte sono pronti 80mila euro per ricostruirlo e sono già a bilancio

A 3 anni dall’inizio dei lavori per l’ampliamento del tratto autostradale Ancona Sud - Ancona Nord, le condizioni di viabilità e vivibilità di via Saline hanno ormai raggiunto il livello di guardia. Buche nell’asfalto che sembrano crateri. Polveri che fluttuano nell’aria. Ma soprattutto la chiusura del ponte che collega via Saline con via Monteferro. Un caos viabilità che ha trasformato la strada comunale in un “recinto” per il via vai dei mezzi impegnati nel cantiere autostradale. Ogni giorno la strada vede passare decine di mezzi tra betoniere, camion, furgoni e autocarri che, a lungo andare, hanno devastato quei 5 chilometri in frazione Paterno. 

RESIDENTI. Tutto a discapito dei residenti che non ne possono più. «Proprio ieri stavo passeggiando in bicicletta quando un camion mi ha quasi sfiorata e mi ha schizzato addosso l’acqua sporca di una buca gigantesca - ha raccontato la residente Monica Convertino - Ad alcuni autotrasportatori manca proprio il senso civico nonostante abbiano già devastato un’intera strada comunale, dove qui nessuno ha intenzione di riparare i danni. L’anno scorso lo pneumatico di un altro mezzo pesante, passato in velocità, ha fatto schizzare un sasso sulla mia auto, spaccandomi il parabrezza. Ormai passare di qua è un rischio e francamente ci siamo stufati». 

Caos viabilità in via Saline

AZIENDE. Non solo buche. C’è anche il ponte che collega la parte di Ancona a quella di Falconara. Un tratto a rischio crollo, ma anche un bene tutelato dalla Soprintendenza. Off limits da 17 mesi, da quando la ditta “Ghella” ha dato il via ai lavori. Un duro colpo per le piccole aziende locali, tagliate fuori da un canale logistico importante. E c’è chi ha dovuto rinunciare ad alcuni clienti o fornitori. A rimetterci più di tutti è forse Stefano Ragni, titolare della Asal Srl, che da 70 anni si occupa di stoccaggio di cereali, i cui silos sorgono lungo via Saline: «I nostri clienti sono da entrambe le parti del ponte e questo è un problema perché abbiamo perso alcuni clienti che, per raggiungerci, avrebbero dovuto passare per la superstrada. In due anni abbiamo perso circa il 30% l’anno degli incassi rispetto alla norma. Noi lavoriamo con l’agricoltura, ci sono molte aziende agricole dall’altra parte del ponte e adesso è in arrivo la campagna del grano. Avevamo chiesto al Comune di creare un canale alternativo che ricollegasse le due strade, ma ad oggi nessuna risposta». Chi invece si trova isolato, ma dall’altra parte (dunque non comunica più con Ancona) è la ditta produttrice di calcestruzzo Colabeton di Alessandro Talevi, che ha detto: «Per andare ad Ancona passiamo per Falconara e per andare ad Agugliano passiamo per Castelferretti e Camerata. Le conseguenze? I costi di produzione e di trasporto sono raddoppiati con tutto quello che ne consegue nei confronti di clienti e fornitori». A tutto questo si unisce il problema delle polveri provenienti dal cantiere. «La mia macchina sta sempre dal meccanico per le buche e la polvere mi ha intasato più volte il sistema di filtraggio dell’aria condizionata - ha raccontato Marco Maiolino della Conero Infissi, la cui officina è proprio a metà di via Saline - Anche per noi ci sono grossi disagi perché dobbiamo allungare tantissimo la strada per arrivare da qualsiasi parte». Disagi che hanno fatto alzare la voce anche alla Confapi (associazione rappresentante oltre 400 piccole e medie imprese nelle Marche) che, con una nota stampa del suo Presidente Giorgio Giorgetti, ha espresso amarezza per il silenzio del Comune e della società Autostrade, ad un mese da un incontro avuto proprio con l’assessore Stefano Foresi, che aveva garantito un risoluzione in tempi brevi.

L’AMMINISTRAZIONE. Proprio pochi giorni fa, l’assessore Stefano Foresi era stato in via Saline per un sopralluogo e alla risposta su come mai quella via versi ancora in quelle condizioni, ha risposto con rabbia: «Abbiamo predisposto un progetto per rimettere in piedi il ponte, demolirlo e ricostruirlo da nuovo e abbiamo inviato una relazione dettagliatissima alla Soprintendenza visto che quel ponte è memoria storica, ma crediamo che si possa rifare senza cancellare tracce storiche visto che ce ne è uno identico a poca distanza. Se la Soprintendenza ci darà parere positivo, allora siamo pronti perché abbiamo messo 80mila euro a bilancio per riaprire quel ponte. Altrimenti faremo un bypass, ma ci vorrà più tempo e sarà più costoso». E l’asfalto? «Autostrade dà la responsabilità alla Ghella e quest’ultima ai suoi subappaltatori - ha detto Foresi - E allora noi siamo certi che debbano essere loro a sistemare. Manderò un’altra mail agli ingegneri dei lavori perché, dall’ultimo incontro, eravamo stati chiari sul fatto che debba essere l’impresa ad impagnarsi a risistemare via delle Saline».

Nel frattempo, i più arditi approfittano di un bypass che parte all’altezza di via Saline 201 e arriva fino in via Monteferro. Passa dentro il cantiere, tra detriti e piccole piscine di fango. Sarebbe vietato l’accesso ai non addetti ai lavori dell’A14. Ma a mali estremi, estremi rimedi. 

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