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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Vertenza Elica, Fiom Ancona: «Le modifiche al piano sono insufficienti»

Non bastano, secondo la Fiom di Ancona, le modifiche proposte dalla proprietà al Piano industriale di Elica, azienda leader nella produzione di cappe aspiranti

«Dal piano del 31 di marzo davvero è cambiato troppo poco. Le modifiche proposte da Elica sono insufficienti». Non bastano, secondo la Fiom di Ancona, le modifiche proposte dalla proprietà al Piano industriale di Elica, azienda leader nella produzione di cappe aspiranti. Previsti ancora troppi esuberi e la delocalizzazione di parte della produzione.

«Una parte residuale di lavoro viene lasciata sul territorio: due tipologie di cappe resterebbero mentre 16 modelli rimangono oggetto di delocalizzazione- spiega la Fiom in una nota- una parte minima di lavoro verrebbe riportato dalla Polonia. Così non va. Il rapporto tra lavoro che resta e lavoro che se ne va risulta di uno a 10. Abbiamo proposto all'azienda il nostro Piano alternativo dove il fabrianese diventerebbe veramente il polo di produzione dell'alta gamma con i suoi due stabilimenti, dove la progettualità necessaria per sostenerlo avrebbe ricadute di sviluppo industriale e professionale su tutto il territorio». A due giorni dall'incontro al ministero dello Sviluppo economico il sindacato annuncia battaglia. «È ricominciata la mobilitazione e tutti i giorni si sciopera nelle fabbriche, in previsione del nuovo incontro al Mise previsto per il 21 di luglio- continua la nota- in seguito al quale ci si auspica che si apra davvero la discussione per il futuro di Elica in Italia, futuro per il quale siamo pronti a confrontarci, a proporre e se servirà, anche a lottare. Nel piano dell'azienda ci sono sempre centinaia di esuberi, nella nostra proposta ci sono centinaia di posti di lavoro ed un'idea di prospettiva per il territorio». La strada che intende percorrere la Fiom prevede di riportare la produzione delle cappe di alta fascia in Italia ('reshoring') e «riorganizzare, partendo dagli investimenti e dalla formazione necessaria, gli stabilimenti italiani, riqualificando l'indotto, prevedendo tutto lo sviluppo e la costruzione dei prodotti futuri sul territorio».

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