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Cronaca

Sindacalista e infermiere: «Chi si vaccina è una cavia, sfido Caporossi in confronto pubblico»

Enzo Palladino, segretario regionale e nazionale della LAISA (Lavoratori Indipendenti della Salute) è anche infermiere a Torrette: «40 non vaccinati? A me ne risultano oltre 100»

«Non sono “no vax”, ho fatto 3 vaccini antinfluenzali e quello anti-epatite, semmai sono un “free vax” e in ospedale i dipendenti che non hanno voluto vaccinarsi non sono 40, ma oltre 100». Enzo Palladino, segretario regionale e nazionale della LAISA (Lavoratori Indipendenti della Salute) è anche infermiere a Torrette e sfida in un confronto pubblico il direttore generale Michele Caporossi sul tema dei vaccini agli operatori sanitari. «Vorrei fargli delle domande, chiedergli alcune cose invece di sentirlo mettere i cittadini contro gente che ha “dato il sedere”. Ci chiama irresponsabili (VIDEO)? Non direi, stiamo parlando di 4 vaccini in fase sperimentale, non lo dico io ma i documenti. Chi si vaccina è una cavia – replica Palladino- a Caporossi sfugge un dettaglio, e cioè che gli operatori vaccinati possono a loro volta contagiare. Ha citato le sospensioni di Pordenone, ma ha dimenticato di dire che in Liguria 400 dipendenti non vaccinati sono andati dal Tar e quel Tribunale ha sospeso il provvedimento disciplinare fino a ottobre». 

Come rappresentante sindacale, Palladino sostiene di avere a disposizione numeri diversi relativi ai dipendenti dell’Ospedale Regionale che non si sono voluti vaccinare: «Noi raccogliamo i dati insieme a un’altra sigla sindacale, mi risultano oltre 100 dipendenti che non si sono vaccinati, tra esercenti delle professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario, di cui almeno 10 medici. Alcuni poi si stancano di resistere e cedono- continua Palladino- mi prendo la responsabilità di quello che dico, e cioè che i coordinatori di dipartimento, tutti i giorni, erano lì a chiedere “ti sei vaccinato"? "Quando ti vaccini"? "Vuoi che ti prenoto io"? Alcuni hanno vissuto momenti di paura e alla fine molti di quelli che non si volevano vaccinare lo hanno fatto». Il sindacalista e infermiere racconta anche un’altra situazione: «Come sindacato abbiamo chiesto informazioni per sapere quali nominativi sono stati inviati alla Regione, perché tra i dipendenti c’è una fetta di personale che non è destinatario della normativa. Penso agli amministrativi o ai tecnici, che in teoria non dovrebbero essere vaccinati per forza. Vogliamo essere sicuri che l’azienda non abbia mandato più nominativi del dovuto, perché so per certo che arrivano inviti alla vaccinazione anche a persone non destinatarie di questa norma. Se così fosse, ci sarebbe stata una trasmissione di dati illegittima, in violazione delle norme sui dati personali e sensibili». 

La sospensione 

«Il rischio di sospensione con la privazione della retribuzione è previsto come estrema ratio. C’è chi ha rischiato di portare il virus a casa, è stato chiamato “eroe”, e dopo 7 mesi è trattato peggio di chi non ha mai lavorato e prende il reddito di cittadinanza. Perché non retribuire? Va bene, allontanami pure se non devo stare a contatto con i pazienti, ma almeno dammi il sostentamento. Allontanare i medici- conclude Palladino- è comunque un ricatto agli operatori sanitari, ma il danno lo si fa ai pazienti. Ogni medico che manca può paralizzare un ospedale, figuriamoci cosa accadrebbe se a Torrette ne dovessero mancare 100». 
 

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