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Cronaca

Università, banca dati DNA per trovare i criminali

Come trovare soluzione a migliaia e migliaia di casi giudiziari finora dimenticati o non risolti? Forse la genetica può essere d'aiuto

Come trovare soluzione a migliaia e migliaia di casi giudiziari finora dimenticati o non risolti? Forse la genetica può essere d'aiuto. Da gennaio 2017 è operativa la banca dati nazionale del DNA. Nel server ci sono registrati 800 profili di ignoti raccolti sulla scena del crimine. Tra i 14 laboratori certificati per l’inserimento dei profili c’è anche Il Laboratorio di Genetica Forense (vedi foto) della Sezione di Medicina Legale del Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica dell’Univpm.
 
La Banca Dati nazionale del DNA è stata istituita con la legge n.85 del 30 giugno 2009 e prevede l’immissione dei profili genetici di soggetti detenuti negli istituti penitenziari, di soggetti ai domiciliari per delitti non colposi e delle tracce biologiche rilevate sulle scene del crimine. Per poter inserire un profilo genetico nella Banca Dati e partecipare alla creazione dell’archivio nazionale la legge prevede che i laboratori di genetica forense siano accreditati secondo la norma ISO/IEC 17025 che esprime i "Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura".
 
Il Laboratorio di Genetica Forense della Sezione di Medicina Legale del Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica dell’Università Politecnica delle Marche ha ottenuto nel 2016 l’accreditamento in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 dall’ente italiano di accreditamento Accredia per l’esecuzione delle prove di identificazione genetica mediante la tipizzazione dei polimorfismi del DNA. Essere conformi ai requisiti richiesti dalla norma significa possedere sia la competenza tecnica richiesta per effettuare le analisi sia un sistema di gestione della qualità, indispensabile per garantire la correttezza del dato analitico.
 
Il laboratorio di Genetica Forense dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona ha intrapreso il suo percorso per l’ottenimento dell’accreditamento alcuni anni fa e ha impiegato considerevoli energie, l’accreditamento, infatti, richiede il possesso di requisiti gestionali, di requisiti tecnici e strutturali, strumentali ed analitici. Accredia valuta periodicamente ed in modo rigoroso la competenza tecnica del laboratorio, l'idoneità professionale degli operatori e l’adeguatezza dei metodi analitici validati attraverso visite ispettive programmate a cadenza semestrale durate il primo anno e poi annuale. Nel caso in cui il laboratorio dovesse perdere i requisiti necessari l’ente Accredia ha facoltà di sospendere l’accreditamento.
 
I laboratori italiani che ad oggi hanno conseguito l’accreditamento e che sono stati individuati per immettere i profili genetici nella Banca Dati sono 15:
4 laboratori della Polizia Scientifica (Torino, Napoli, Palermo e Roma)
4 laboratori dei Ris dei Carabinieri (Parma, Roma, Messina e Cagliari)
3  laboratori di genetica forense universitari (Ancona, Roma Tor Vergata e Firenze)
3 istituti privati di genetica (Genoma a Milano, Simef a Reggio Calabria e Centro regionale antidoping di Orbassano, Torino).
1 Laboratorio Centrale di Rebibbia (non ancora operativo)

Il Laboratorio Centrale di Rebibbia provvederà alla tipizzazione dei soggetti detenuti negli istituti penitenziari e  di soggetti ai domiciliari per delitti non colposi, mentre gli altri laboratori potranno alimentare la Banca Dati con i profili genetici delle tracce biologiche rinvenute durante le analisi identificative disposte dell’autorità giudiziaria.  I laboratori accreditati potranno iniziare l’invio dei dati dopo avere conseguito il nulla osta  rilasciato a seguito di indagine ispettiva da parte del  Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (Cnbbsv), che ha già iniziato questa attività a partire dai laboratori istituzionali (Polizia e Carabinieri).
 

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