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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Unioncamere e Libera contro le mafie: ecco le iniziative in campo

Nella nostra regione sono 24 i beni confiscati alla criminalità organizzata, di cui 2 riutilizzati a fini sociali. A Cupramontana la villa del boss della banda della Magliana ospita una comunità di recupero

Marche, Unioncamere e Libera contro le mafie. L’Unione regionale delle Camere di commercio e l’associazione fondata da Don Luigi Ciotti, che da anni combatte la penetrazione della criminalità organizzata nel sistema produttivo regionale, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la legalità nell’economia, che prevede l’impegno delle due associazioni  a sostenere iniziative sui temi della  formazione alla cultura della legalità, alla diffusione delle migliori esperienze sui territori ed a sostenere le iniziative imprenditoriali legate all’utilizzo dei beni confiscati alla mafia.

Secondo il Procuratore Generale di Ancona Vincenzo Macrì, intervenuto alla firma del Protocollo d’intesa, “nelle Marche non ci troviamo di fronte all’occupazione del territorio da parte della criminalità organizzata ma assistiamo a infiltrazioni della camorra e delle mafie pugliesi, calabresi e, in parte siciliane. Oltre ai tentativi di penetrazione di organizzazioni criminali italiane, altri aggregati associativi fanno capo alle nuove mafie, come quella cinese, romena, nigeriana e dell’Europa dell’Est. Organizzazioni che si occupano di droga, riciclaggio, attività turistiche lungo la costa delle Marche, lavori pubblici”.
Il protocollo d’intesa è stato firmato  per Unioncamere Marche dal presidente Adriano Federici e per Libera dal legale rappresentante Davide Pati. Sono intervenuti anche i presidenti delle Camere di Commercio di Pesaro Alberto Drudi, e di Ancona Rodolfo Giampieri, i quali hanno sottolineato come  “il dimezzamento dei contributi camerali previsti dalla riforma del Governo, rischia di mettere in pericolo i servizi alle imprese, compresi quelli per aiutarli contro le mafie.”

I BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. Nelle Marche, secondo i dati forniti da Libera e Unioncamere Marche, ci sono ben ventiquattro beni confiscati alla criminalità organizzata, di cui solo due riutilizzati a fini sociali. A Isola del Piano (PU)  c’è una villa con circa 14 ettari di terreno, confiscata ad una famiglia legata alla ‘ndrangheta, che ospita i campi di volontariato di Libera e diverse attività culturali sul tema dell’antimafia. L’altro bene confiscato a Niccoletti, boss della banda della Magliana, si trova a Cupramontana (AN), ed ospita una comunità residenziale per persone con problemi psichici, gestita da due cooperative: una sociosanitaria ed una agricola che coltiva i terreni. Obiettivo di Libera e Unioncamere Marche è quello di attivarsi presso le istituzioni affinché anche gli altri beni confiscati alle mafie, possano essere utilizzati al più presto a fini sociali e messi a disposizione di cooperative di giovani. Inoltre Unioncamere Marche  e Libera svilupperanno un’azione congiunta volta allo start up di cooperative e imprese sociali che possano utilizzare aziende e beni confiscati alle mafie, attraverso una campagna dal titolo “Impresa bene comune. Il Made in Italy della legalità”, per far vivere le aziende confiscate alle mafie, assistendole nelle loro attività.

LO SPORTELLO PER LA LEGALITA’ E LE ALTRE INIZIATIVE PER IL CONTRASTO ALLE MAFIE. Secondo Unioncamere Marche e Libera, la nostra regione interessa le mafie perché, per le sue caratteristiche socioeconomiche, rappresenta il terreno privilegiato di reinvestimento speculativo dei proventi delle attività delittuose, specie nei settori delle infrastrutture, dell’edilizia, della ristorazione e del turismo alberghiero. Ecco perché Unioncamere Marche e Libera, si sono impegnate ad istituire un “Gruppo di studio e di lavoro” con il compito di analizzare i fenomeni di presenza delle organizzazioni mafiose nel territorio, per accrescere le conoscenza sulle modalità di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale e contribuire al rafforzamento delle azioni di contrasto.
E’ stato inoltre attivato preso la Camera di commercio di Ascoli lo sportello per la legalità “Sos Giustizia”, un servizio di ascolto e assistenza alle vittime della criminalità organizzata, gestito da Libera, che Unioncamere Marche promuoverà presso gli imprenditori associati e che sarà operativo su tutto il territorio regionale.
“Un impegno, quello di Unioncamere e Libera, “ha dichiarato il presidente di Unioncamere Marche Adriano Federici “finalizzato a  contrastare  i fenomeni di infiltrazione criminale nel tessuto economico e imprenditoriale regionale, con particolare attenzione ai fenomeni dell’usura, dell’estorsione, del riciclaggio di proventi illeciti, dell’inquinamento dell’economa legale e della corruzione. Intendiamo così proteggere la libertà degli operatori economici e il regolare svolgimento delle attività imprenditoriali. In questo momento di crisi è importante costruire reti con tutte le forze sociali della regione , per evitare che diverse forme di criminalità possano inserirsi nel tessuto sociale ed economico delle Marche.”

LA PENETRAZIONE DELLE MAFIE NELLE MARCHE. I NUMERI DI DIA E DDA. Nelle  Marche, la penetrazione della criminalità organizzata non è un pericolo remoto. Secondo le ultime relazioni semestrali della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) e della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) nelle Marche sono oltre 150 le persone denunciate o arrestate per reati associativi. In particolare nel 2013 in 5 operazioni di antiriciclaggio sono state arrestate 11 persone e denunciate 50. Sono stati inoltre denunciati 54 episodi di estorsione di cui 11 da parte di stranieri, 6 di usura, 4 di concussione e 3 di corruzione. Inoltre nelle Marche la Dia è impegnata  “per prevenire infiltrazioni mafiose sul costruendo asse viario Marche – Umbria” ed ha effettuato due controlli che hanno coinvolto 49 imprese e 134 persone.”
“Numeri preoccupanti” ha commentato Davide Pati dell’Associazione Libera “a cui si devono aggiungere due operazioni contro la camorra effettuate sempre dalla Dia nel 2013. Si tratta dell’operazione Titano, tra Marche e San Marino sul riciclaggio di capitali illeciti del clan Schiavone dei Casalesi e dell’operazione Baffo D’Oro, che ha consentito di individuare un’associazione dedita alla turbativa dei pubblici incanti, con al vertice un pregiudicato legato al clan Pagnozzi”

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