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Cronaca

Serve aiuto per il "fratello in difficoltà", suora finisce nella trappola di un finto prete

E' stata una suora a finire nel raggiro di una truffa telefonica dove, dall'altra parte della cornetta, era convinta ci fosse un prelato, dunque una persona di cui fidarsi

Nei primi giorni dello scorso gennaio, una suora di un istituto religioso anconetano, si era rivolta alla Polizia denunciando di aver subito una truffa. Una truffa il cui responsabile è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Ancona che, coordinati dal capo Carlo Pinto (foto in basso), hanno arrestato un catanese di 43 anni. L’uomo è stato fermato in pizza Ugo Bassi, dalle Volanti in esecuzione di un provvedimento penale per un’altra truffa per scontare  5 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione. Ora lui si trova in carcere. 

La truffa

La Madre Superiora dell’istituto religioso dorico, aveva ricevuto una chiamata da parte di un individuo, che si qualificava con nome e cognome, facente parte di una nota parrocchia di Roma. Proprio dove era in partenza la Superiora che, a quel punto, aveva passato la telefonata ad una consorella. Serviva una mano per un fratello in difficoltà: un ospite della comunità romana che avrebbe trovato lavoro come cameriere in un ristorante del porto di Ancona e che, al momento, non sapeva dove andare con la sua famiglia. Servivano almeno 400 euro per pagare la caparra per l’affitto di una mansarda, impegnandosi a riconsegnare la cifra alla Madre Priora visto che stava andando proprio nella capitale. Intanto sarebbe passato un geometra amico a ritirare i soldi e la suora, in buona fede, lo ha ricevuto e ha consegnato il denaro, che però ero solo una prima tranches perché poi, lo stesso sedicente prelato romano, ha poi chiesto altri 400 euro anche per l’anticipo della rata mensile dell’inesistente padre di famiglia. La suora poi non ci ha messo molto, parlando con la Superiora a Roma, che nessuno l’aveva mai contattata per restituirle 800 euro. Il giorno dopo infatti la suora, richiamando il prete, si è sentita rispondere: «Ho appena terminato di celebrare messa ma raggiungerò  la consorella alla sede della Nostra Casa Generalizia per restituire quanto prima gli 800 euro». Poi il nulla. A quel telefono non ha più risposto nessuno, palesando la truffa. 

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