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Cronaca

Documenti falsi su energie rinnovabili per ottenere denaro pubblico: sequestro per milioni

Nell’operazione “Maquillage”, sono emersi numerosi impianti di produzione di energia rinnovabili realizzati senza titolo edilizio

Più caratteristiche specifiche aveva l’immobile e più l’azienda del settore energie rinnovabili riceveva fondi da parte del Gestore dei Servizi Energetici di Roma (GSE), la società pubblica che si occupa dello sviluppo delle fonti rinnovabili ed eroga incentivi nello specifico settore. Così bastava ottenere dal Comune di riferimento il permesso per un impianto, ad esempio fotovoltaico, con determinate specifiche per poi falsificare il documento indicandone altre che avrebbero aumentato gli introiti. Quella differenza di denaro era tutta evasa ed era finita nei conti correnti o nell’acquisto di beni mobili e immobili in tutta Italia a nome di un imprenditore di Osimo. A lui la Guardia di Finanza di Ancona contesta di aver truffato lo Stato per 4 milioni di euro. Ed è proprio questa la cifra che corrisponde al sequestro effettuato dagli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria. 

Nell’operazione “Maquillage”, questo il nome dell’inchiesta condotta dal pm Paolo Gubinelli (foto in basso), sono emersi numerosi impianti di produzione di energia rinnovabile erano stati realizzati senza titolo edilizio o comunque in modo difforme rispetto a quanto dichiarato, in modo tale da indurre in errore il G.S.E. ed ottenere cospicui incentivi pubblici. Un esempio? Se l’immobile avesse dovuto avere un muro o una recinzione per avere un ulteriore incentivo, bastava chiedere autorizzazione al Comune per installare la piattaforma senza la rete e poi farla risultare nella documentazione girata al GSE. L’impianto era comunque a norma, ma lo Stato avrebbe comunque erogato di meno. 

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