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Cronaca

Stranieri con documenti falsi, 1 su 3 tenta di entrare in Italia passando per il porto di Ancona

Sono quasi quotidiani i controlli di cittadini stranieri in un’ottica di prevenzione ad azioni terroristiche o comunque di controllo della presenza dei così detti foreign fighters

Nel 2017 sono state quasi 90mila le persone controllate all’ingresso del porto di Ancona. Un flusso imponente che cela un altro dato statistico, rilevato confrontando lo scalo dorico con altri porti d’Italia: nei primi 10 mesi del 2017 (fino ad ottobre compreso) per il porto di Ancona è transitato il 29% degli stranieri scoperti ad utilizzare un documento falso o comunque contraffatto. L’ultimo, solo in ordine cronologico, è il 40enne arrivato ieri dalla Grecia e denunciato insieme a 2 connazionali. Numeri importanti per la Polizia di Frontiera, diretta dal primo dirigente Stefano Santiloni, soprattutto se si pensa come il capoluogo marchigiano non sia affatto tra i porti più trafficati d’Italia in assoluto. Questo significa che a fronte di un più basso numero di passeggeri provenienti da traghetti e navi, corrisponde un numero alto di migranti fermati mentre tentano di varcare la frontiera con documenti falsificati. La maggior parte dei viaggiatori arriva dalla Grecia, di fronte a cui i controlli vengono effettuati a campione perché la penisola ellenica rientra nella Convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen, il trattato internazionale del 1990 che regola l'apertura delle frontiere tra i paesi firmatari. Il resto proviene dalla Croazia e dall’Albania, dove nessuno salta i check point della Polizia Marittima. 

I controlli antiterrorismo

E se i numeri dell’anno appena trascorso svelano come il porto di Ancona sia il numero 1 in Italia per la circolazione di persone con documentazione falsa, allora si conferma anche come un porto strategico per il controllo antiterrorismo. Sono infatti quotidiani i controlli e la registrazione del passaggio di cittadini stranieri in un’ottica di prevenzione ad azioni terroristiche o comunque alla presenza dei così detti foreign fighters, combattenti stranieri tra le file dei miliziani nei conflitti del Medio Oriente. Sono soprattutto siriani e iracheni. Ma anche cittadini provenienti dalla penisola Balcanica e dal Nord Africa. La Polizia di frontiera, insieme alla Digos, non registra fermi di polizia o arresti di persone formalmente accusate di proselitismo islamico o peggio, di aver partecipato attivamente a fatti terroristici. Tuttavia sono quasi quotidiani i controlli nei confronti di persone che, a seguito di indagini di Polizia, sono sospettate di aver avuto a che fare in qualche misura con gli ambienti del radicalismo islamico. C’è una lista di stranieri dunque che viene aggiornata di continuo e che di continuo viene incrociata con i passeggeri in transito per il porto anconetano. L’obiettivo è controllare, registrare la posizione e tracciare gli spostamenti in un piano di prevenzione che vede all’opera tutta la Polizia di Stato a livello nazionale. 

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