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Cronaca

«Grave escludere professioni tecniche dai tavoli sulla ricostruzione»

A lanciare l’accusa è il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Ancona Alberto Romagnoli che rivendica il ruolo della categoria nella concertazione e condivisione del percorso post sisma

«Non è tollerabile che al tavolo sulla ricostruzione post sisma convocato dalla Regione Marche non siano invitate le professioni tecniche, ovvero quelle categorie, come gli ingegneri, che potrebbero dare un apporto fattivo e decisivo da un punto di vista tecnico ma anche sociale, essendo state in loco per i sopralluoghi, a contatto con le persone e quindi  conoscono bene il quadro complessivo di quei territori martoriati e che meritano di tornare a vivere nelle migliori condizioni sicurezza possibile. La Regione non può escludere a priori da un tavolo così importante per il futuro della popolazione le nostre professioni, e le nostre professionalità acquisite sul campo». E’ netta la presa di posizione del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Ancona Alberto Romagnoli di fronte alla convocazione del tavolo generale sul patto per la ricostruzione e lo sviluppo organizzato per oggi 25 maggio a Palazzo Raffaello dove non è prevista la presenza di rappresentanti degli ingegneri e delle altre professioni tecniche.

«Sono stati invitate praticamente tutte le categorie, come è giusto, non vediamo perché deve essere escluso chi può portare un contributo di esperienza tanto rilevante come possiamo fare noi – prosegue Romagnoli – Abbiamo da sempre offerto la nostra collaborazione alle istituzioni e al Governo regionale, abbiamo messo a disposizione le nostre competenze, ma non siamo stati tenuti in considerazione per sostenere una ricostruzione rimasta al palo, che non ha conosciuto l’accelerazione dovuta, causa anche passaggi burocratici sinonimo di ostacoli insostenibili». Un appuntamento mancato, quello con gli ingegneri, che riaccende un ulteriore motivo di malcontento espresso ripetutamente dalla categoria nei mesi scorsi, vale a dire l’approvazione della Legge sismica regionale con cui di fatto si decreta il passaggio delle funzioni in materia sismica alle amministrazioni comunali, “esautorando di fatto da questo compito il Genio Civile – continua Romagnoli - che ha vigilato adeguatamente per oltre sessanta anni sulla correttezza delle costruzioni pubbliche e private e rappresenta un patrimonio invidiabile di grandi esperienze per la Regione Marche. Ma le circostanze ci stanno dando ragione se è vero, come lo è, che lo stesso Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ha fatto proprio un documento sottoscritto dai Rup – Responsabile Unico del Procedimento –  e dirigenti dei Comuni della provincia di Ancona che ha accolto pienamente le posizioni espresse dal nostro Ordine ribadendo la problematicità di affidare alle amministrazioni, già gravate e oberate da numerosi e complessi impegni, le questioni in materia sismica, con pesanti ripercussioni sia sull'attività edilizia sia su quella degli stessi Comuni».

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