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Cronaca

Ancona ripiomba nel terrore, la paura negli occhi dei commercianti: «Il boato veniva dal mare, come nel ’72»

Un risveglio da brividi stamattina, poco dopo le 7. La forte scossa di terremoto, con epicentro nell’Adriatico al largo di Marotta, ha riportato gli anconetani indietro con la memoria a quel terribile 14 giugno del 1972

ANCONA - La città brulica di persone. I negozi sono tutti aperti e lungo corso Garibaldi sono molti gli studenti che hanno approfittato della chiusura delle scuole per fare due passi, ma dovunque l’argomento del giorno è uno soltanto: il terremoto. Per i più grandi la memoria fa un passo indietro di 50 anni, a quel 14 giugno del 1972.

La paura

«L’epicentro anche stavolta era in mare, come cinquant’anni fa» ricorda Corrado Bilò, titolare della trattoria La Moretta, in piazza del Papa. «Stamattina ero appena uscito di casa per andare ad acquistare gli approvvigionamenti da portare al locale - continua il ristoratore - quando siamo stati sorpresi dalla scossa. Sono scappato immediatamente». «Per chi ha vissuto l’esperienza del ’72 si riaffaccia la paura - dice Emilia Rosetto, titolare del negozio di articoli orientali in via Pizzecolli - non ho ancora controllato se ho danni all’interno del negozio, per ora solo alcune statuette cadute a terra». La città riprende il suo regolare tram-tram «ma lavorare con il terrore di una nuova scossa è angosciante - continua la commerciante - anche se non mi faccio condizionare dalla paura, sono abbastanza incosciente». 

Le disdette

Oltre all’incognita su come proseguirà la giornata con la paura dello sciame sismico che potrebbe proseguire, per i ristoratori c’è anche l’interrogativo sulle possibili disdette. «Ne ho già ricevute diverse per questa sera a cena - dice Thomas Polenta, titolare della trattoria Il Baffo a Pietralacroce - infatti credo che terrò chiuso». «Ho diverse prenotazioni, sia per pranzo sia per cena - continua Bilò -, ma a questo punto mi aspetto che arrivino le cancellazioni. Per ora non ha telefonato nessuno, speriamo bene». Ma negli occhi degli esercenti traspare una certa inquietudine, ovviamente più per l’incolumità propria e degli stessi dipendenti, che per l’eventualità di perdere le prenotazioni. «Vediamo come si evolve la giornata - replica Francesco Pinna, titolare del bistrot Gnaogatti -, per adesso sembra tutto tornato alla normalità».

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