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Cronaca

Corte dei Conti, il terremoto è ancora la priorità: aperti nuovi fascicoli

Il terremoto del 2016 è ancora la priorità dei magistrati contabili. Il procuratore manda un messaggio anche ai consiglieri assolti nella vicenda "spese pazze"

C’è ancora il terremoto del 2016 nel mirino della Corte dei Conti. I magistrati contabili nel corso del 2018 hanno aperto 20 nuovi fascicoli oltre ai 31 del 2017 e alle 2 del 2016. Totale: 53 istruttorie con le quali la procura intende far luce su eventuali danni erariali. Occhi puntati dunque sui debiti fuori bilancio da parte dei Comuni del cratere, incarichi e utilizzo di personale nell’ambito della ricostruzione, gestione di contributi e finanziamenti tra i quali la destinazione degli sms solidali. Due istruttorie riguardano anche il crollo o le lesioni di immobili pubblici che in precedenza avevano subito interventi finanziati con fondi pubblici. 4 casi riguardano accertamenti in corso sulle rendicontazioni in base alle quali le strutture ricettive hanno ospitato gli sfollati. Il punto è stato fatto venerdì mattina nella sede della Prefettura di Ancona, che ha ospitato la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti davanti agli studenti universitari e quelli del Savoia Benincasa. Presente, oltre al procuratore regionale Giuseppe De Rosa e alla nuova presidente di sezione Luisa Motolese, il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema. Il lavoro sul post-sisma non ha aspetti penalistici: La Corte dei Conti infatti ha il compito di vigilare sulla gestione dei fondi pubblici, accertare i danni erariali e condannare all’eventuale risarcimento con sentenze appellabili in appello.

Nuove segnalazioni

«Come procura regionale abbiamo raccolto nuove segnalazioni e denunce anche nel corso del 2018, abbiamo fascicoli aperti su cattiva realizzazione di opere pubbliche, contributi di prima sistemazione o vicende relative a incarichi pubblici conferiti per l’accertamento delle situazioni abitative – ha spiegato Giuseppe De Rosa-sono istruttorie ancora pendenti e all’esame anche dalle Procure della Repubblica, stiamo aspettando i risultati delle deleghe che abbiamo affidato alla Guardia di Finanza». In totale sono 1.038 le istruttorie aperte nel 2018, che hanno impegnato i magistrati contabili perlopiù sui danni erariali derivate dalle truffe (25% dei casi) e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (20%). Per De Rosa c’è una tendenza specifica che sta prendendo piede ultimi anni: «La cosa che stiamo notando e che desta abbastanza preoccupazione è l’appropriazione di denaro da parte di dipendenti pubblici di qualifica non elevata, il più delle volte si tratta di cassieri delle Pubbliche Amministrazioni come l’Asur o i Comuni. Questa fattispecie troverebbe comprensione in un momento di difficoltà economica che spinge chi ha la gestione del denaro pubblico ad appropriarsene». L’area territoriale di maggior criticità, ha spiegato De Rosa, è quella delle Marche meridionali ma nella relazione presentata durante la cerimonia ci sono citazioni in giudizio o sentenze che riguardano l’anconetano. Su tutte quella di un docente dell’istituto Volterra, condannato in primo grado a risarcire la scuola di 11.500 euro. Secondo le accuse aveva trattenuto i soldi degli studenti destinati a una gita, anziché versarli sul conto d’istituto. Oppure la condanna del dirigente dell’Area Patrimonio del Comune a risarcire di 32.000 euro Palazzo del Popolo. La sua colpa, secondo i giudici, è stata quella di non aver adottato le necessarie misure per salvaguardare l’ex pub dell’ascensore del Passetto dall’incuria e dai vandali.

La vicenda “spese pazze”

Il procuratore è intervenuto anche sulla vicenda delle “spese pazze” dopo le assoluzioni penali in Corte d’Appello: «Aspettiamo il terzo grado, ma anche senza l’eventuale illecito penale non c’è nessun dubbio sull’esistenza di un illecito amministrativo contabile- ha spiegato De Rosa- le nostre sezioni di Appello hanno confermato 22 condanne parziali di primo grado. Il malcostume non sarà un crimine, ma malcostume resta». Il procuratore ha anche precisato che: «Non ci siamo occupati delle contestazioni precedenti al 2011, ma laddove arrivasse una condanna penale definitiva saremmo nelle condizioni di contestare il danno d’immagine». Proprio sulla gestione della vicenda “spese pazze”, la procura della Corte d’Appello incassa il plauso del nuovo presidente di sezione: «C'è una forma di moralizzazione e di correttezza a venire, sono stati stabiliti dei punti fermi e si spera che sia un momento significativo in prospettiva futura -ha detto Luisa Motolese». 

Pensiero a Corinaldo

Angelo Buscema ha rivolto un pensiero alle vittime di Corinaldo: «Il nostro impegno come istituzione è dare sicurezza e legalità e quel senso di futuro che deve essere gioioso. Un impegno a garantire che i nostri figli e nipoti abbiano anche un futuro florido. Dai giovani non si possono avere tragedie, ma gioie». Nel corso del 2018 la Corte ha recuperato complessivamente 628.000 euro mentre dal 1994 restano ancora da incamerare oltre 23milioni e 700 mila euro.
 

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