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Cronaca

Terremoto, gli amministratori condominiali: «Sommersi dalle richieste di verifiche sugli stabili»

Per fortuna si tratta per lo più di danni lievi: fessure, crepe e crolli di intonaco. Ma la paura porta i condomini a richiedere verifiche approfondite. I vigili del fuoco sono oberati di lavoro, e dunque si ricorre ai tecnici privati

ANCONA - Gli amministratori condominiali sommersi dalle richieste di verifica delle condizioni degli stabili. Il terremoto ha colpito centinaia di edifici in città. In gran parte si stratta di danni di poco conto: fessure, crepe, intonaco caduto. Solo in certi casi i danni sono stati più strutturali e si è dovuto ricorrere all’evacuazione degli stabili. «Ci stanno chiamando di continuo - afferma Simona Bastari, titolare di Condominio Felice - vogliono che andiamo a verificare con i vigili del fuoco se le crepe che si sono create sono pericolose oppure no». «Ho passato due giorni a girare tra i condomini - spiega l’amministratore Franco Ciammitti - tante piccole fessurazioni un po’ ovunque». Insomma, molte lesioni superficiali agli edifici e negli appartamenti. Ma la paura è ancora forte. Soprattutto in chi ha vissuto già la terribile esperienza del terremoto ad Ancona nel 1972.

Gli interventi 

Il paradosso, secondo Ciammitti, è che «abbiamo danni maggiori in costruzioni degli anni ’60 rispetto ad edifici di fine ‘800 e primi del ‘900 - dice l’amministratore condominiale - in certi casi siamo dovuti intervenire tirando giù le lastre di travertino attaccate alle pareti della struttura perchè pericolanti». La stima dei danni non è ancora stata fatta, ma in giro sembra che siano davvero tanti i palazzi che hanno subito qualche danneggiamento. «Il discorso è che ci chiedono tutti di intervenire subito e rimettere a posto il danno - spiega l’amministratore Massimo Maurizi - ma lo sciame sismico continua, e se arriva una scossa della stessa intensità di quella di mercoledì mattina siamo daccapo. Quindi il suggerimento che do ai miei condomini, se non ci sono danneggiamenti consistenti, è di aspettare che si assesti la situazione». 

Le richieste

Un’altra richiesta che molti condomini stanno facendo agli amministratori è se sia stata stipulata preventivamente una polizza specifica sui danni da terremoto. «Non ce l’ha quasi nessuno perchè ha un costo abbastanza elevato - spiega Simona Bastari -, in media stiamo sui 1.500-2mila euro per un condominio di 20 unità immobiliari». Ma anche l’avessero avuta, non sarebbe servita a coprire il costo dei danni della maggior parte degli stabili «in quanto la polizza ha una franchigia molto alta - continua l’amministratrice - intorno ai 20-25mila euro. Dunque è difficile che la conta dei danni subiti da buona parte dei palazzi ammonti a quella cifra lì». E visto il numero elevato di richieste di intervento, e l’impossibilità da parte dei vigili del fuoco di interessarsi tempestivamente della pioggia di domande arrivate, gli amministratori condominiali sono costretti a rivolgersi a tecnici privati: «in genere sono ingegneri che collaborano con la protezione civile e si occupano di redigere dei report dopo approfonditi sopralluoghi nelle strutture colpite - spiega Ciammitti - il tutto per un costo qualche centinaia di euro». Dunque la paura del terremoto ha innescato tutta una serie di comportamenti precauzionali da parte di molti cittadini. E per tutti la speranza è che la faglia al largo della costa torni a riposare.

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