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Cronaca

Terapia del dolore, medici a confronto per le sfide del futuro

Ancona e le Marche di nuovo al centro del dibattito sulla palliazione con il Congresso Nazionale organizzato dall'Omceo Ancona in collaborazione con la Fnomceo

Sbaglia chi pensa la cura palliativa come l'ultima tappa di un percorso infausto di malattia, in particolar modo di tipo oncologico. In realtà, la medicina della palliazione rappresenta una delle maggiori sfide della medicina odierna, ovvero quella di saper dare una risposta vera alle esigenze del disagio e della fragilità tipici di tante patologie legate alla sempre più lunga aspettativa di vita. Le cure palliative sono quelle che permettono al malato, sia egli terminale o cronico, di condurre un’esistenza di qualità e che danno al medico l’opportunità di ricreare una relazione autentica e fiduciaria con lui e la sua famiglia. Più in generale, con la comunità di riferimento. Questo il messaggio lanciato con la quinta edizione del Convegno Nazionale sulle Cure Palliative, che si è svolto presso l'Hotel Excelsior La Fonte di Portonovo dall'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona, che si è data come titolo ‘Il disagio del malato e le cure palliative, due aspetti: SLA e insufficienza renale cronica'. «Questo convegno nazionale è la prosecuzione dei quattro precedenti – spiega il Presidente Omceo Ancona, Fulvio Borromei – nei quali abbiamo realizzato un percorso che ha saputo sviscerare tutti gli aspetti della palliazione con i massimi esperti di questa disciplina a livello internazionale. Quest'anno vogliamo mandare un messaggio anche alle altre professioni che svolgono un ruolo importante nei contesti sanitari e sociali. Stiamo intessendo un filo rosso attraverso il quale far sentire a coloro che soffrono, siano pazienti o famiglie, che sono accompagnati in un percorso solidale».

L'evento di oggi ha portato nuovamente Ancona e le Marche al centro del dibattito scientifico nazionale sulle cure palliative. Tra gli approfondimenti, si è trattata in particolare l'applicazione delle cure palliative in funzione dei bisogni del paziente affetto dalla Sla e in funzione delle condizioni di disabilità fisica e psichica cui va incontro chi viene colpito da insufficienza renale. Il progresso scientifico e tecnologico ha infatti incrementato di molto negli ultimi anni la sopravvivenza dei pazienti in dialisi, che pertanto necessitano anche di un approccio palliativo alla loro patologia, appunto nell'ottica di vivere anche ‘in qualità' i propri anni di malattia.  La stretta attualità del tema è confermata dalle moltissime persone che in Italia necessitano di accedere alla terapia del dolore: 270.000 totali, di cui 170.000 sono pazienti oncologici. Gli altri sono per la maggior parte anziani, con demenze o malattie neurodegenerative, oltre ad almeno 15.000 minori. Come negli scorsi anni, il Convegno è organizzato in collaborazione con la Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), per la quale è stato presente il Segretario Nazionale Roberto Monaco, e ha visto l'attenta e numerosa partecipazione di associazioni di volontariato e colleghi di altre specialità, a testimonianza di come l'impegno sul fronte della palliazione sia ampio e diffuso. «Serve - conclude Borromei - creare un terreno di impegno comune tra i molti professionisti che si occupano di cure palliative, quindi predisporsi a creare le basi per quella rivoluzione etica dove la comunità rappresenta il terminale di ogni nostra azione».

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