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Cronaca Fabriano

Lite tra camionisti: il tentato omicidio e l'ombra del mercato nero di carburante

Il giovane, accusato di aver tentato di uccidere un suo collega dopo una lite, ha detto apertamente di essere stato vittima di aggressione per essersi trovato nel bel mezzo di un traffico illegale di gasolio

FABRIANO - Quando i Carabinieri del Norm di Fabriano arrivarono nel piazzale antistadio di via Bruno Buozzi, trovarono un uomo a terra riverso in una lago di sangue e, a una decina di metri, un camion in sosta. Tra i due c’era lui: M. P., camionista polacco di 29 anni, incensurato e attualmente recluso in carcere con l’accusa di aver massacrato di botte un collega 50enne di origini turche. L’uomo a terra appunto, finito in coma per 3 giorni, prima di risvegliarsi ed essere trasferito dalla Rianimazione alla Medicina Generale. Secondo le accuse mosse dal pm Ruggiero Dicuonzo, il polacco avrebbe tentato di uccidere l’altro camionista, picchiandolo selvaggiamente con pugni e calci, provocandogli lesioni “dirette in modo inequivocabile a cagionare la morte”. Al via oggi (9 giugno) il processo che vede il cittadino polacco imputato davanti al collegio di Ancona per i reati di tentato omicidio e minaccia e violenza a pubblico ufficiale. Ma il camionista sarà difeso dall’avvocato anconetano Eugenio Tummarello (in foto) che, dopo le dovute indagini difensive, tenterà di dimostrare come quella sera, è vero, ci fu una violenza colluttazione tra i due camionisti in cui il suo assistito ebbe la meglio, ma mai avrebbe Eugenio Tummarello-2tentato di uccidere. Neppure l’ombra di una qualsiasi arma volta ad offendere. Il turco è stato colpito a mani nude e, sempre secondo la difesa, non sarebbe neppure mai stato in pericolo di vita visto che, una volta arrivato all’ospedale, non è stato neppure operato d’urgenza.

IL GIALLO. Anzi, forse dietro quella vicenda ci sarebbe tutt’altro. Forse il giovane polacco si sarebbe difeso da una situazione che lo stava per vedere vittima di chi, in quello spiazzale, era impegnato in affari illegali. A dirlo proprio il 29enne che, interrogato dai militari, ha detto di aver visto “un furgone con targa italiana parcheggiato vicino al camion turco, poi ho visto i due camionisti turchi insieme all’autista italiano mentre prelevavano carburante dal camion di uno di loro, presumo per venderlo sul mercato nero”. E se il polacco fosse stato vittima di un’aggressione dei turchi per aver visto quello che non doveva? E’ quello che sostiene l’imputato. 

E’ dunque giallo su un fatto di cronaca che risale alla sera del 24 agosto del 2015, in un piazzale dove i camionisti sono soliti sostare, anche per giorni, in attesa di ricaricare di merci i propri container. Ma forse quell'area sosta viene usata anche per giri clandestini? Il 29enne era arrivato di venerdì e sarebbe dovuto andare via il giorno dopo quando sono arrivati gli altri due tir. Poi è successo tutto. Erano le 20 circa e stavano cenando quando i turchi raccontano di essersi trovati di fronte al polacco completamente ubriaco che li avrebbe prima scherniti e poi aggrediti lanciandogli contro una bottiglia di vetro. Al contrario, il polacco sostiene di aver visto quella scena sospetta e di essersi fatto gli affari propri, salendo sul suo camion. Poi, in ansia che i turchi potessero rubare anche il suo di carburante, è sceso a fare un controllo e lì sarebbe stato aggredito. Fatto sta che alla fine il 50enne è finito al Pronto Soccorso con trauma cranico, emorragia cerebrale, naso rotto e contusioni. 

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