"Velocizzavano" le procedure per gli impianti a biogas in cambio di tangenti: 20 indagati
Denunciate 20 persone (un dirigente e due funzionari regionali e altre 17 fra imprenditori e professionisti) e 15 società per corruzione, abuso d'ufficio, falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato, illeciti urbanistici ed ambientali
Ci sono un dirigente e due funzionari regionali e altre 17 persone fra imprenditori e professionisti nella lista degli indagati per corruzione, abuso d'ufficio, falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato, illeciti urbanistici ed ambientali nel settore del biogas. L'operazione "Green Point" condotta dal Gico della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato si è conclusa con la denuncia di 20 persone fisiche e di 15 società, coinvolte a vario titolo.
Sequestrati inoltre, proventi illeciti per circa 10 milioni di euro. Le indagini partite nel febbraio 2013 si sono concluse dopo 15 mesi di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona. Un dirigente e due funzionari della Regione Marche sarebbero riusciti a realizzare un disegno criminoso per rilasciare le autorizzazioni per realizzare gli impianti a biogas. Avrebbero predisposto atti normativi per velocizzare le procedure evitando in questo modo, di sottoporre i progetti ai controlli necessari per ottenere la Via (valutazione di impatto ambientale). Sarebbero anche riusciti a rilasciare autorizzazioni per costruire sette impianti a biogas. I funzionari, consentendo a un gruppo ristretto di imprenditori di beneficiare illecitamente degli incentivi pubblici (per 15 anni dall’entrata in esercizio. Ad esempio un impianto avrebbe potuto ottenere un sostegno pari a 31.000.000,00 euro), avrebbero ricevuto in cambio dazioni e regalie. Dall'indagine è emerso inoltre che gli stessi funzionari regionali sarebbero stati anche "soci in affari" dei progettisti e degli imprenditori che presentavano le domande.
Dalla loro attività, i responsabili pubblici avrebbero conseguito dazioni illecite per oltre 1.000.000,00 di euro. Addirittura, un funzionario della Regione Marche, in servizio presso l’ufficio competente al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di impianti idroelettrici, fotovoltaici ed a biogas, avrebbe costituito una società con alcuni imprenditori marchigiani. I funzionari e i progettisti sarebbero arrivati ad orientare le modifiche della normativa regionale agevolando gli imprenditori beneficiari delle autorizzazioni uniche per realizzare gli impianti.
Sono state svolte delle indagini penetranti che hanno visto l'utilizzo di intercettazioni telefoniche ambientali e telematiche, analisi di copiosa documentazione amministrativo-contabile e supporti informatici, poi sottoposti a sequestro o acquisiti dopo alcune perquisizioni presso abitazioni, aziende ed uffici della Regione Marche. Sono stati fatti appostamenti, pedinamenti, riprese aerofotografiche, accertamenti bancari e patrimoniali. Insomma, secondo gli inquirenti era stato messo in piedi un vero e proprio "cartello affaristico-istituzionale".