Sversamenti nel Giano, chiesti gli atti in Procura. Si ipotizza un sistema di monitoraggio
Intervengono le parlamentari Terzoni e Fucksia (M5S). L'intento è quello di verificare lo stato delle indagini e fare luce sugli atti seguiti ai primi accertamenti. Il comitato: "Ipotesi di rilievi autogestiti, specie nel fine settimana"
Dopo i fanghi maleodoranti di giugno e in seguito all’ingente moria della fauna ittica nelle acque del fiume Giano degli scorsi giorni, intervengono le parlamentari fabrianesi Terzoni e Fucksia (M5S) con l’invio di richiesta di accesso agli atti alla Procura della Repubblica di Ancona.
L’intento è quello di verificare lo stato delle indagini e fare luce sugli atti seguiti ai primi accertamenti. Il danno ambientale e il rischio igienico-sanitario per la popolazione, scrive il Comitato, appaiono infatti tutt’altro che trascurabili.
Dal comitato “Alla scoperta del Giano” i referenti Moscé e Pesetti fanno sapere: “In tanti sono i cittadini che, allarmati, continuano a rivolgersi a noi. L’impatto della vista dei pesci riversi senza vita è stato molto forte e i residenti chiedono con forza di attivarsi per risolvere questa situazione. In molti lamentano l’arrivo tardivo delle autorità preposte ai campionamenti, in particolare nel week-end quando sembrano concentrarsi gli episodi. Come comitato, oltre continuare le azioni di sollecito presso gli enti, stiamo concretamente ipotizzando di predisporre in prima persona un sistema di rilevazioni.”