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Cronaca

Suicidio assistito, l'appello di Mario e Laura: «La nostra vita? "Fine pena mai"»

 Mario e Laura lanciano un appello affinché venga eliminata quella che secondo loro è una discriminazione tra malati, presente nella attuale versione del testo di legge sul suicidio assistito

ANCONA -  Un appello affinchè «venga eliminata la discriminazione tra malati, presente nella attuale versione del testo di legge sul suicidio assistito», approvata alla Camera e in attesa di essere discusso al Senato. E’ quello che hanno lanciato Mario, 43 anni tetraplegico, e Laura Santi, 47 anni, affetta da sclerosi multipla grave, durante il seminario organizzato dall’Associazione Luca Coscioni questa mattina in vista del passaggio della legge al Senato.

Laura e Mario

Nella sua lettera all’Associazione, “Mario” (nome di fantasia), che è stato il primo italiano ad ottenere il via libera per l’aiuto al suicidio medicalmente assistito, secondo quanto stabilito dalla Consulta con la sentenza sul caso Cappato\Dj Fabo, scrive:  «Lo so che il tema del fine vita è un tema complicato da affrontare, e a qualcuno può non piacere, ma se si vuole fare una legge penso vada fatta in modo migliore, non peggiorando e complicando le cose. Leggo che ora la legge chiede la necessità di verificare anche sofferenze psicologiche oltre a quelle fisiche, e questo potrebbe escludere tanti malati che sono nelle mie stesse condizioni dalla possibilità di una morte assistita. Ognuno di noi sceglierà cosa ritiene opportuno fare, e non ci devono essere discriminazioni fra malati». Laura Santi nel suo video appello dice: «Io non voglio che la mia malattia diventi un fine pena mai. Questo testo di legge, così com’è, discrimina tantissime persone. Quindi faccio un appello a rivedere questo testo e a renderlo più inclusivo. Il testo presuppone la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale per poter avere l’aiuto a morire. Quindi io non potrei mai avere questo diritto perché per definizione, anche quando mi aggraverò, non sarò mai attaccata ad una macchina».

«Palese discriminazione»

«Se il testo all’esame del Senato fosse approvato senza modifiche, la palese discriminazione tra malati in base al loro stato, alla condizione in cui si trovano, nella loro piena capacità di scelta, porterà a nuove azioni nei tribunali per il rispetto delle scelte di persone che godono di protezione costituzionale nel rispetto del principio di uguaglianza che è violato da questa norma che è all’esame del Senato», hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. «E‘ arrivato il tempo che un legislatore rispettoso della Costituzione e della volontà cittadini del paese che vuole governare, emani una legge che sia per tutti coloro che vogliono scegliere il proprio fine vita».

Intanto Tra febbraio e aprile 2022 l’Associazione Luca Coscioni ha registrato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, circa trecento chiamate in più da parte di persone che, via mail o al Numero Bianco 06993340, chiedono tra le altre cose assistenza per poter accedere al suicidio assistito all’estero. Dopo la bocciatura del Referendum Eutanasia Legale, tanti italiani si stanno attivando con le cliniche straniere, specialmente coloro che, qualora passasse in Senato l’attuale testo di legge, rimarrebbero esclusi dalla possibilità di accedere legalmente all’aiuto al suicidio in Italia. Lo scorso anno in questo stesso arco di tempo sono arrivate circa 900 richieste di informazioni, rispetto alle attuali 1172. 

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