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Cronaca Corinaldo

«Becchiamo i genovesi e li asfissiamo», l'indagine si allarga: ora tremano altre città

Dalle intercettazioni telefoniche, che riempiono le decine di pagine dell’ordinanza con cui il Gip anconetano ha disposto l’arresto della banda modenese dello spray, emerge l’esistenza di almeno una terza banda di rapinatori delle collanine stanziata a Genova

C’è un filo conduttore che lega la drammatica notte di piazza San Carlo di Torino con la strage di Corinaldo, che corre fino ad altre città del Nord Italia. Infatti dalle intercettazioni telefoniche, che riempiono le decine di pagine dell’ordinanza con cui il Gip anconetano ha disposto l’arresto della banda modenese dello spray, emerge l’esistenza di almeno una terza banda di rapinatori delle collanine stanziata a Genova. Dalle conversazione dei modenesi emerge la rivalità con una presunta "gang di genovesi”. Il 9 marzo scorso, mentre i giovani finiti oggi in manette stavano andando nella discoteca Dorian Gray di Verona per l'esibizione dell'artista Gabry Ponte, si sente uno di loro dire che «stasera becchiamo i “genovesi”». In un’altra conversazione registrata il 13 aprile scorso nell'auto di uno degli indagati, che con 3 complici era appena uscito dalla discoteca Mojito di Città di Castello (Perugia), dove c’erano anche i genovesi, si sente dire che «se avessimo avuto lo spray... però fra' li bucavamo…Loro lavorano, noi li asfissiamo e gli prendiamo le balze». 

Ora l’indagine condotta dai carabinieri di Ancona, guidati dal comandante provinciale Christian Carrozza e coordinati dai pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, fa tremare anche il capoluogo ligure. Si allunga anche su Genova l’ombra della “banda dello spray”. Infatti la procura di Genova ha chiesto ai colleghi delle Marche gli atti d’indagine. Anche nel corso degli interrogatori avrebbero citato altre bande presenti sul territorio e con cui sarebbero entrati in contatto, tra queste una genovese a cui avrebbero dovuto chiedere “il permesso” in caso di superamento dei “confini”.

E forse non è un caso che uno della gang che scatenò il panico alla Lanterna Azzurra, dove più di mille persone erano in attesa del concerto di Serra Ebbasta, è stato bloccato a Sestri Levante venerdì sera: stava partecipando alla Silent Disco, dove i carabinieri sono entrati in azione su sollecitazione della procura di Ancona. Il sospetto è che il giovane potesse sfruttare la vicinanza con la Francia per passare il confine e far perdere le sue tracce.

Il pm genovese Stefano Puppo avrebbe sul tavolo un fascicolo in cui sono indicati i nomi di quattro giovani indagati nell'ambito dell'indagine delle squadre mobili di Genova e di Padova su una serie di furti e rapine avvenuti tra Liguria e Veneto. La richiesta ai carabinieri di Ancona è quella di inviare i dati in loro possesso per incrociarli e capire se ci siano eventualmente corrispondenze. In parallelo, gli inquirenti stanno portando avanti una pista legata a un altro gruppo che negli ultimi tempi avrebbe colpito tra la Liguria e la Francia. C’è da capire se i due gruppi agiscano autonomamente o se abbiamo invece un collegamento di base e si limiti a spartirsi il territorio. Ad oggi l’unico caso accertato in Liguria di uso di spray al peperoncino nel corso di un concerto risale al marzo 2017, in occasione del live di Gigi D’Agostino al 105 Stadium.

Particolarmente rilevante, alla luce delle dichiarazioni degli arrestati di Corinaldo, l’episodio avvenuto lo scorso 26 luglio a Palazzo Bianco: il museo era stato evacuato dopo che una trentina di visitatori avevano accusato i sintomi causati solitamente dall’esposizione allo spray urticante: bruciore agli occhi, mucose irritate e difficoltà a respirare. In quel caso però nessuno aveva denunciato di avere subito furti: i carabinieri stanno passando al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza per cercare di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto. Di certo c’è che la strage di Corinaldo ha avviato un’indagine capace di fare luce su un nuovo fenomeno sociale criminale: quello di bande di giovani che, spray alla mano, rapinano gli avventori di locali notturni o manifestazioni di piazza in occasioni di grandi eventi. L’inchiesta si allarga a tutto il Centro Nord Italia. 

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