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Cronaca

Assenze truccate grazie alle password dei prof, la preside Rucci in tribunale: «Ecco come ci siamo accorti»

A processo per accesso abusivo al sistema informatico e falsità materiale ci sono cinque ex studenti del Savoia-Benincasa. Avrebbero corretto ingressi e uscite a scuola per non avere brutti voti 

ANCONA – Avrebbero truccavano le assenze entrando nel registro elettronico della classe grazie alle password di almeno due professori. Cinque ex studenti della scuola Savoia-Benincasa sono a processo per fatti avvenuti nell'anno scolastico 2015-2016, quando facevano il quinto superiore. In tribunale oggi è stata sentita la ex preside, Alessandra Rucci, che ha spiegato in aula, davanti alla giudice Francesca Grassi, come la scuola si era accorta che qualcosa non andava. L'ex dirigente ha riferito che «era stata una docente ad avvisarmi, c'erano incongruenze tra le sue annotazioni su carta e quelle che poi aveva riscontrato nel registro elettronico, le presenze di alcuni studenti erano cambiate in un lasso di tempo». Insomma i ragazzi prima risultavano assenti e dopo invece, in quegli stessi giorni, presenti a scuola. Al Savoia-Benincasa fu avviata una indagine, come ha riferito sempre in aula oggi la Rucci, tramite personale addetto proprio al registro e che si accorse degli accessi abusivi dagli account degli insegnanti. A metà giugno del 2016 la preside Rucci fece una pec alla polizia postale che aprì una indagine trovando riscontri su almeno 34 studenti. In 27 hanno fatto richiesta di messa alla prova e stanno finendo il percorso che gli eviterà il giudizio se andrà a buon fine.

Gli altri 5 erano stati rinviati a giudizio lo scorso anno, perché non chiesero la map, e il processo è in corso. Sono difesi dagli avvocati Antonella Devoli, Siusi Casaccia, Vincenza Montoneri e Stefano Gregorio. I 5 a processo sono tre ragazze e due ragazzi che oggi hanno tra i 26 e i 27 anni (allora erano 18enni). Nell'indagine madre c'erano finiti anche i genitori dei ragazzi ma per loro le posizioni sono state archiviate da tempo perché hanno dimostrato di non essersi collegati dai pc con la linea internet utilizzata invece dai figli per accedere al registro. Almeno tre le classi accusate, tutte del quinto. Entrando con le password modificavano le assenze fatte e gli ingressi in ritardo. Solo alcuni avrebbero corretto anche brutti voti.

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