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Cronaca

Carceri, record negativo nelle Marche: 2 su 3 sono sovraffollate

Nei 6 penitenziari operativi delle Marche a fronte di una capienza regolamentare di 856 posti sono presenti 934 detenuti, il 9,1% in più di quanto previsto

Nelle Marche 2 carceri su 3 sono sovraffollate, con il record negativo di Fermo che ha il 61% in più dei detenuti previsti. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop Marche su dati del Ministero della Giustizia in relazione all’allarme lanciato dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, per il picco di 53 detenuti suicidi dall'inizio del 2018. Il mondo dietro le sbarre – sottolinea Uecoop – è uno dei più complessi da gestire sia per quanto riguarda la vita dei reclusi che per il rapporto con l’esterno e i percorsi di reinserimento sociale sui quali la cooperazione sociale è da sempre in prima linea.

Nei 6 penitenziari operativi delle Marche a fronte di una capienza regolamentare di 856 posti sono presenti 934 detenuti, il 9,1% in più di quanto previsto, – rileva Uecoop Marche - di cui 24 donne, 313 stranieri e 16 detenuti in semilibertà. Solo le carceri di Ancona “Barcaglione” e Fossombrone rispettano i limiti di capienza, mentre per tutti gli altri soffrono di sovraffollamento. La situazione più grave – spiega Uecoop Marche - si registra a Fermo con 66 detenuti contro i 41 previsti dalla capienza con uno sforamento del 61% e in quello di Pesaro con 223 reclusi, il 46% in più del previsto, mentre il carcere di Ancona con 301 detenuti fa registrare il 17,6% di “esuberi” e quello di Ascoli Piceno un + 2%. A livello nazionale solo 1 carcere su 3 in Italia rispetta la capienza prevista per i detenuti mentre nel 67,6% dei casi le strutture sono sovraffollate e hanno più reclusi di quelli che in teoria potrebbero ospitare creando situazioni di disagio e a volte di tensione nelle realtà più gremite. A fronte di una capienza di 50.622 posti in Italia ci sono 59.275 detenuti dei quali 1 su 3 straniero. All’interno di questo panorama – spiega sottolinea Uecoop Marche – la cooperazione è uno strumento strategico per la gestione dei detenuti negli istituti di pena dove si paga il proprio debito con la giustizia ma dove in alcuni casi si può anche avere la possibilità di ricrearsi un percorso nella legalità attraverso progetti di istruzione, reinserimento lavorativo e sociale come già avviene per oltre 50mila persone alle quali si applicano misure alternative al carcere. In Italia infatti – spiega Uecoop – ci sono oltre 16mila condannati che hanno l’affidamento in prova ai servizi sociali, quasi 4 mila in libertà vigilata e controllata e più di 7mila impiegati in lavori di pubblica utilità. “Il percorso di reinserimento – conclude Gherardo Colombo il Presidente di Uecoop – è importante per ridurre il rischio di recidiva e per dare una prospettiva di futuro e quindi di vita non solo ai detenuti ma anche alle loro famiglie e per indicare ai figli la via delle regole e del rispetto della società piuttosto che la legge della strada”.

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