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Cronaca Sirolo

Addio Lele, educatore e musicista: muore annegato a 36 anni davanti agli amici

Tragedia di Sirolo, in lacrime per Emanuele Gualini: faceva l'insegnante di sostegno ed era il chitarrista dei Livermores. Un anno fa nello stesso punto morì una turista di 22 anni

I primi ad intervenire sono stati due amici: hanno provato a strapparlo dalla furia delle onde, ma non ci sono riusciti. Lui era stremato: annaspava, non aveva più energie per nuotare e tornare a riva, mentre la risacca lo trascinava al largo. Il mare non perdona: l’ha inghiottito, gli ha tolto il respiro e la vita. E’ morto dopo un tuffo dalla scogliera dei Lavi, Emanuele Gualini, il 36enne osimano annegato ieri pomeriggio a Sirolo, sotto lo sguardo incredulo di tanti giovani che hanno assistito alla tragedia. I soccorritori della Croce Rossa intervenuti con l’idroambulanza e i medici del 118, arrivati con l’elicottero, non hanno potuto far nulla per salvarlo: disperati e purtroppo inutili i tentativi di rianimarlo.

La Val Musone piange Lele, ragazzo sensibile, generoso: laureato in Psicologia, si divideva tra il suo lavoro di insegnante di sostegno in una scuola privata per la Cooss Marche e la passione per la musica. Era il chitarrista dei Livermores, band punk-rock con cui si era esibito, prima della pandemia, in tutta Italia e in Europa. L’ultimo disco, uscito a dicembre, aveva riscosso un gran successo in America. Nisba, come era soprannominato, era andato con gli amici a Sirolo per trascorrere un sabato di sole e relax. Il mare l’ha strappato all’affetto del fratello e dei familiari, nello stesso punto in cui un anno fa perse la vita una 22enne di Perugia, sbattuta dalle onde contro gli scogli, sotto gli occhi di un’amica con cui era in vacanza in riviera. La salma di Emanuele è stata trattenuta dall’autorità giudiziaria: sarà l’autopsia a stabilire le cause esatte della morte per annegamento.

Il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, che lo ha conosceva personalmente, affidato a Facebook il suo dolore: «Ciao Lele!  Ci sono luoghi e momenti della vita che lasciano il segno, indimenticabili sono stati i campi scuola. Tu eri dei nostri. L'armata dell'allora parrocchia "San Marco-San Sabino". Ci siamo poi persi un po’ di vista, tu sei diventato grande, ma ogni volta  che ci si incontrava il sorriso ed una pacca sulla spalla ricordavano bene quei momenti. Ti porteremo sempre nel cuore, tu dall'alto dei cieli dispensaci consigli. Sentite condoglianze ed un caro abbraccio a tutta la famiglia». 

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