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Cronaca

Nelle Marche dilaga alla precarietà, solo il 13% i contratti stabili

I contratti stabili rappresentano il 13,2% degli avviamenti: quota praticamente dimezzata rispetto al 2015 (26,89%), quando erano pieni gli sgravi contributivi collegati al Jobs Act

Continua e si consolida il crollo delle assunzioni a tempo indeterminato dopo il taglio degli sgravi contributivi  nella nostra regione. L’analisi dei dati dell’INPS, elaborati dall’IRES CGIL Marche, e relativi al primo trimestre del 2017, non lascia spazio ad interpretazioni. Le assunzioni a tempo indeterminato sono 5.268, notevolmente inferiori rispetto a quelle effettuate nel 2016 (-896, pari a -14,54%) e soprattutto rispetto a quelle del 2015 (-4.404, pari a -45,53%). 

I contratti stabili rappresentano il 13,2% degli avviamenti: quota praticamente dimezzata rispetto al 2015 (26,89%), quando erano pieni gli sgravi contributivi collegati al Jobs Act. Aumentano significativamente le cessazioni dei contratti a termine (+24,70) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il saldo tra assunzioni e cessazioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato è negativo per 3.258 unità mentre due anni fa il saldo era di poco positivo. Esplode la crescita del lavoro precario con 30.961 avviamenti a tempo determinato (+34,0% rispetto al 2016) che rappresentano il 77,6% delle assunzioni complessive. Praticamente più di tre marchigiani su 4 vengono assunti con un contratto a termine. In crescita anche i contratti di apprendistato, con 2.239 assunzioni (+611 rispetto al 2016, pari a +37,53%). Nelle Marche il crollo dei contratti a tempo indeterminato registra percentuali del doppio rispetto al dato nazionale.

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