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Cronaca

Via i silos, l'Autorità Portuale a confronto con gli operatori per il futuro del porto

Dopo metà settembre il presidente Giampieri convocherà aziende e operatori per decidere come destinare i nuovi spazi. Lavoro, al via un censimento per ricollocare i dipendenti

L'addio all'attuale skyline del porto con l'abbattimento dei silos e il futuro degli spazi che si libereranno in tre mosse. Da cadenzare da qui al 31 dicembre 2019 quando scadrà la concessione demaniale. Primo step con sindacati e Autorità Portuale a censire le aziende presenti per capire quali sono le richieste del mercato del lavoro e intervenire, anche attraverso percorsi di formazione, al ricollocamento dei 12 dipendenti attualmente impiegati. Secondo, da metà settembre, avviare gli Stati generali del porto: un tavolo con aziende, operatori portuali ma anche il Comune per decidere insieme come impiegare i 33mila metri quadrati di area. «Ai quali si sommeranno – aggiunge il presidente dell'Ap, Rodolfo Giampieri (foto in basso) – anche 49mila metri quadrati dell'area ex Bunge, non dimentichiamolo. Si apre un mondo che ci permetterà da una parte di rafforzare il porto commerciale e dall'altra di continuare a liberare ancora il Porto Antico per recupare il rapporto con la città». Terzo passaggio, non di poco conto, sarà dar seguito a quanto sarà condiviso dal tavolo tecnico. Proprio sulla condivisione punta Giampieri, visto che il dibattito è già iniziato con categorie e portatori di interesse già parecchio attivi nell'esternare la loro. Il Prg comunale ha maglie molto larghe. L'intendimento finale dovrebbe essere quello di un'area dedicata alla logistica. Se di passeggeri o merci, si vedrà. 

«Il porto è in trasformazione – continua Giampieri – ed è positivo che sia stia creando un dibattito vivo e acceso perché significa che sta torano al centro dell'interesso e dello svilupppo. Tutte le trasformazioni, ci tengo a dirlo, avranno un'attenzione all'ecosostenibilità. Proprio per questo stiamo provando in via sperimentale a spostare i tir da molo Rizzo allo scalo Marotti: significa rendere più corto il tragitto del mezzi nel porto». Non manca, come annunciato, la volontà di incontrare Blu ed Erikailcane, i due writer autori dei grandi murales sui silos che si specchiano con la città. «Questi artisti – dice il presidente – sanno bene che le loro opere vivono insieme all'esistenza del manufatto che le ospita. Forse è proprio questo che rende la street art un'arte unica. Attraverso il Comune stiamo cercando di contattare entrambi perché con il loro estro hanno dato lustro a una parte della città e penso che ci possano essere altre opportunità. Se riuscissimo a continuare questa collaborazione ne sarei molto contento. Credo che l'arte contemporanea possa sposarsi bene con il porto e con l'arte più antica. Città e porto guardano all'Europa, si vogliono aprire e allargare i propri orizzonti: non possono non parlare anche di arte contemporanea che è quella che fa più discutere ma è anche quella che segna la nostra epoca». 

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