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Cronaca

Emergenze sanitarie: è polemica sull’equipaggiamento in dotazione al 118

Gli operatori marchigiani, è la critica avanzata, avevano camici leggeri usa e getta, mentre in altri paesi vengono usate tute isolanti in Tyvek. La dirigenza ospedaliera: "Equipaggiamento previsto e ritenuto sicuro da OMS"

Scongiurato ufficialmente il rischio di un primo caso Ebola nelle Marche, scoppia la polemica sulla sicurezza dell’equipaggiamento in dotazione al personale del 118 in caso di emergenza sanitaria: “Se vi fosse stato veramente un caso di Ebola – è l’accusa – i sanitari, con indosso solo camici non impermeabili e mascherine, avrebbero rischiato il contagio e di trasmetterlo poi ad altri operatori o cittadini”. Un gruppo di operatori si è sfogato lontano dai microfoni con circostanziate rimostranze, apparse poi sui quotidiani, sull’equipaggiamento utilizzato per il trasporto della paziente da Civitanova ad Ancona, confrontato con quello in uso in altri paesi occidentali.

Gli operatori marchigiani, secondo la critica avanzata, hanno potuto contare solo su camici leggeri usa e getta – del tipo usato per le visite in reparto, mascherine senza un filtro adeguato, guanti di plastica e sacchi di plastica ai piedi, e sulla normale ambulanza utilizzata per il trasporto. Tutta un’altra musica rispetto alle operazioni eseguite in altre paesi, effettuate con ambulanze attrezzate in maniera specifica e tute isolanti in Tyvek.

Timori, però, respinti dalla dirigenza ospedaliera, che ha sottolineato come l’equipaggiamento sia quello previsto – e ritenuto sufficientemente sicuro – dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. L’ambulanza inoltre, stando agli operatori, non è un mezzo che fa soccorso 118 ma viene usata solo per interventi programmati, ed è stata smontata e sterilizzata.

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