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Cronaca

Vino bianco spacciato per Verdicchio e venduto ai supermercati, super sequestro

“L’Italia ha il maggior il maggior numero di controlli sul settore agroalimentare e questo è una sicurezza in più per i consumatori che posso così scegliere" ha detto la Coldiretti

L'Ispettorato della Tutela per la Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari di Emilia Romagna e Marche ha sequestrato 150 mila litri di vino bianco venduto in dame da 5 litri e etichettato come Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc. Peccato che quello non era per nulla il vino doc delle valli jesine ma era comune vino bianco. Per questo è scattata l'operazione nei confronti di una catena di distribuzione di Ascoli Piceno e Perugia che ha portato ai sigilli sulle bottiglie e alla denuncia del titolare della Cantina per frode in commercio, con l'aggravante della falsificazione di vino tutelato con marchio Doc. Il vino comune era finito e destinato agli scaffali dei supermercati dove i clienti erano convinti di acquistare un Verdicchio. 

Il commento della Coldiretti

La qualità e l’immagine sono elementi distintivi delle nostre produzioni ed è per questo che Coldiretti Marche saluta con molto apprezzamento l’operazione condotta dall’Ispettorato Tutela per la Qualità e Repressione Frodi dei prodotti Agroalimentari di Emilia Romagna e Marche terminata con il sequestro di 150mila litri di finto Verdicchio, vino bianco comune spacciato per la celebre doc marchigiana. Un danno d’immagine ma anche economico con ripercussioni che avrebbero potuto, dalla Vallesina, allargarsi a tutti i territori visto il ruolo di portabandiera dei vini marchigiani di qualità che riveste il Verdicchio dei Castelli di Jesi. “L’Italia - commentano Maria Letizia Gardoni e Armando Marconi, presidenti provinciali Coldiretti, rispettivamente per Ancona e per Ascoli Fermo - è il Paese con il maggior numero di controlli sul settore agroalimentare e questo è una sicurezza in più per i consumatori che posso così scegliere con la consapevolezza di acquistare prodotti di qualità. Da parte nostra chiediamo al nuovo Governo, come già si sono impegnati alcuni parlamentari marchigiani sottoscrivendo le nostre proposte, un inasprimento delle leggi sull’agropirateria per passare da multe che spesso sono da poche migliaia di euro alla chiusura delle attività che raggirano i consumatori, minandone la fiducia, a danno dell’immagine della stessa regione e di tutta la credibilità dell’agroalimentare marchigiano oltre che delle imprese del settore”. Il settore delle doc, docg, dop e igp del vino sviluppa quasi 39 milioni di euro in tutta la regione, di cui quasi 19 milioni solo nella Provincia di Ancona. 

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