rotate-mobile
Cronaca

Rientra in carcere con due ore di ritardo e aggredisce gli agenti: «Ero ad ubriacarmi»

La polizia penitenziaria lo ha visto rientrare alle 23 barcollante e palesemente offuscato dall'alcol. Era in regime di semilibertà

Sottoposto al regime di semilibertà, rientra in cella con più di due ore di ritardo. Quando varca i confini del carcere di Montacuto sono già le undici di sera passate. Barcolla, puzza di alcol ed è palesemente ubriaco. Secondo una prima ricostruzione nel momento in cui gli agenti gli domandano come mai si fosse ridotto in quel modo, prima risponde candidamente di essersi ubriacato e poi, quando gli viene contestato il ritardo, dà in escandescenze e reagisce male. Sbatte i pugni sulla porta e se la prende con gli agenti: ad uno di loro rompe un dente e ad un altro provoca delle contusioni. Entrambi finiscono al Pronto soccorso di Torrette con una prognosi di 5 giorni. E' questo l'ennesimo episodio di violenza avvenuto nel carcere anconetano e segnalato da Gianluca Scarano, vice segretario regionale del sindacato Uilpa.

L’uomo, che lavora in un’officina di sua proprietà ad Ancona, non era la prima volta che rientrava in carcere sotto effetto di alcolici violando così le prescrizioni imposte dal regime di semilibertà. Quando ieri sera i carabinieri (in questi casi si allertano le forze dell'ordine a livello territoriale) sono andati a controllare se era ancora sul posto di lavoro lo hanno trovato lì, nella sua officina, confuso e alticcio, senza che fosse in grado di fornire una giustificazione al suo ritardo. 

Gli agenti della polizia penitenziaria della casa circondariale hanno segnalato quanto accaduto alla direzione. Ora sia quest’ultima che l'autorità giudiziaria competente, potranno prendere provvedimenti nei suoi confronti. Intanto Scarano lancia l'allarme: «È opportuno che  questi comportamenti vengano severamente e tempestivamente puniti al fine di garantire la rieducazione prevista dalla carta costituzionale e la riammissione in libertà di soggetti che non possano, e non vogliano, più attentare alla sicurezza della collettività. Le misure alternative alla detenzione devono essere il mezzo di valutazione del futuro reinserimento sociale e devono essere concesse con una più approfondita osservazione del detenuto per evitare tragedie come quelle alla cronaca nazionale di questi giorni».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rientra in carcere con due ore di ritardo e aggredisce gli agenti: «Ero ad ubriacarmi»

AnconaToday è in caricamento