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Cronaca

Scuola, l'allarme dei sindacati: nelle Marche mancano 1300 professori

Preoccupazioni anche per il personale Ata. Gli studenti saranno 214.637. Meno dello scorso anno ma resta il problema del sovraffollamento: 40 studenti a classe nei corsi serali professionali della provincia di Ancona

Gli studenti marchigiani di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2016/17 saranno 214.637. Oltre 1200 in meno rispetto allo scorso anno ma la diminuzione, non omogenea nel territorio, porterà comunque ripercussioni nel settore se non si interviene. L'allarme arriva dai sindacati di categoria. «A quasi due mesi dalla riapertura delle scuole mancano almeno 1300 docenti e c'è molta preoccupazione anche per la situazione del personale Ata. A settembre – denunciano Manuela Carloni (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) - potrebbe non essere garantita l’ordinaria attività didattica. Mancano almeno 670 posti per gli spezzoni orario a cattedra, ne servirebbero almeno altrettanti per lo sdoppiamento delle “classi pollaio”, i corsi serali, i licei musicali e coreutici, i corsi di bilinguismo, la scuola in carcere, le sezioni antimeridiane della scuola dell'infanzia». Se è vero che diminuiscono gli alunni, dall'altra aumentano gli handicap che se il numero di insegnanti di sostegno resta inalterato. Le situazioni limite nella provincia di Ancona, in tema di "classi pollaio", riguardano le quinte dei corsi serali dei professionali Osimo-Castelfidardo, Podesti Calzecchi Onesti di Ancona, Bettino Padovano di Senigallia. Stessa situazione all'alberghiero Panzini di Senigallia e all'istituto tecnico Merloni Milani di Fabriano: 40 alunni per classe. Fuori provincia, da segnalare, una prima classe da 36 alunni all'Istituto professionale Bonifazi di Civitanova, una media di 33,5 studenti a classe per le prime dell'istituto alberghiero Santa Marta di Pesaro e 71 alunni divisi in due classi per l'alberghiero di Piobbico.

La carenza di organico si ripercuote anche sulle classi antimeridane della scuola dell'infanzia («sono ben 85 le sezioni che funzionano solo al mattino malgrado le famiglie abbiano richiesto tutte sezioni a tempo pieno» spiegano le segretarie regionali), sul tempo pieno nella scuola primaria richiesto e non assegnato, sul mancato sdoppiamento delle classi di laboratorio nei tecnici e professionali. Impossibile, ad esempio, gestire il laboratorio di cucina con un’intera classe di più di 30 alunni. «Se poi parliamo del personale Ata – proseguono - la situazione non è certo meno drammatica, considerando, che già quest'anno ci sono alcuni istituti comprensivi che hanno una media di collaboratori scolastici di 1,1 per plesso, se non dovessero essere concessi altri posti in molti istituti non saremo in grado neanche di garantire l'apertura e la chiusura delle scuole». Un clima di grande incertezza dato anche dalla «mancanza di trasparenza e rispetto delle regole da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale – concludono Carloni, Bartolini, Mazzucchelli e Martano - Lunedì 11 luglio si chiude l'organico di diritto del personale Ata e le organizzazioni sindacali non sono state ancora incontrate. L'informazione preventiva dovuta al sindacato si è tradotta in una scarna nota inviataci venerdì. Nel frattempo, però, i lavoratori venivano chiamati dalle scuole, senza alcuna ufficialità, e si vedevano costretti a presentare immediatamente domanda di trasferimento. Anche questa volta, come già verificatosi per il personale docente, le segnalazioni dei tagli e delle conseguenti posizioni di esubero non hanno rispettato, nei tempi e nei modi, la procedura che la norma prevede. L’ assenza di informazioni perdura anche a livello provinciale con la conseguente impossibilità di affrontare le numerose difficoltà segnalataci dalle istituzioni scolastiche e con l’ impossibilità delle scuole di individuare il criterio con cui l'amministrazione ha deciso l'esubero ed i conseguenti tagli di personale. Altro che “Buona Scuola"».

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