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Cronaca

Province: sciopero del pubblico impiego venerdì 6 dicembre

L’obiettivo è quello di ottenere il ritiro dei due provvedimenti varati dal Governo, che “prevedono la riforma del sistema delle autonomie tale da provocare pesanti ricadute sul personale”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

L’USB Pubblico Impiego indice lo sciopero di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle Province, comprese quelle delle Regioni a Statuto Speciale, per l’intero turno di lavoro del prossimo 6 dicembre.

Da parte del Governo nazionale non si assiste ad alcun ripensamento circa la riforma complessiva delle Autonomie Locali, ed anzi si persevera nell’obiettivo di eliminare il livello amministrativo delle Province.  In particolare i Disegni di Legge, costituzionale e ordinario, approvati dal Consiglio dei Ministri,  prevedono la riforma del sistema delle autonomie tale da provocare pesanti ricadute sul personale, sia in termini economici, sia in termini di mobilità, sia in termini di dequalificazione professionale, senza alcuna forma di garanzia a tutela delle funzioni oggi esercitate e rischiando di generare forti sperequazioni tra chi lavora negli enti Regione, Provincia o Comune.

Da tale riforma risultano particolarmente colpiti i lavoratori e le lavoratrici delle Province, in primis quelli con contratto di lavoro precario, e grandi incertezze rischiano di determinarsi anche sulle società partecipate dalle Province e dalle aziende che svolgono servizi in appalto.

Per queste ragioni, avendo raccolto l’ordine del giorno approvato nell’assemblea nazionale delle RSU e dei delegati sindacali dello scorso 7 ottobre, l’USB P.I. chiama i lavoratori allo sciopero con l’obiettivo di ottenere il ritiro dei due provvedimenti varati dal Governo, definendo con chiarezza quali funzioni spettino ai vari livelli di governo e prevedendo risorse adeguate per realizzare i processi riformatori, e per il ripristino del diritto di voto per i cittadini, che sarebbero altrimenti espropriati della facoltà democratica di scegliere gli amministratori.

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