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Cronaca

Sanità, l'allarme di Fratelli d'Italia: «Il sistema regionale è vicino al collasso»

La segreteria del partito si è riunita per affrontare un tema scottante

La segreteria regionale di Fratelli d’Italia ha affrontato il problema della grande crisi che investe la gestione della sanità regionale. “A quattro anni dall’insediamento della giunta Pd di Ceriscioli possiamo decretare il fallimento delle politiche in ambito sanitario – ha affermato Elena Leonardi, consigliera regionale e vice presidente della commissione sanità della Marche - con il progressivo impoverimento dell’offerta clinica iniziata con la chiusura di ogni attività periferica  dei piccoli ospedali,  fino alla crisi di questi giorni. Una mancanza consolidata di personale, il ricorso continuo ai fondi per gli straordinari, la chiusura e l’accorpamento dei reparti per garantire il piano ferie del personale sono inequivocabili segnali di un’incapacità di programmazione dei servizi e di garanzia ai bisogni di salute dei marchigiani. Già nel luglio 2016 - ha continuato la Leonardi - interrogai il presidente e assessore alla Sanità sulla pratica permanente di contrarre l’offerta sanitaria durante i mesi estivi con slittamento di interventi programmati e l’incapacità di dare risposte adeguate al flusso turistico. Da allora non è cambiato nulla, anzi la situazione è addirittura peggiorata. Un grido d’allarme che sta arrivando non solo dai pazienti e dai loro familiari,  ma anche da tutte le componenti del sistema sanitario regionale, che Fratelli d’Italia intende sostenere affinché questo appello non resti inascoltato». 

«E’ superata anche la fase della critica o della richiesta di chiarezza sul modello di sanità che la regione Marche intende perseguire - ha sostenuto il deputato Fdi delle Marche, Francesco Acquaroli -, è ormai evidente a tutti l’inadeguatezza dei servizi e delle prospettive che sono ad oggi garantiti solo grazie all’impegno e allo sforzo  degli  operatori e al loro senso di responsabilità. E’ giunto il momento della realizzazione di un’alternativa condivisa con gli operatori e i territori a questo continuo degrado della nostra sanità». 

«Parlano i fatti - ha affermato Carlo Ciccioli, portavoce regionale -. L’errore iniziale è stato di non nominare un’assessore regionale alla sanità che accentrasse su di sé la responsabilità dei problemi e ne seguisse costantemente la gestione delle soluzioni. La politica sanitaria delle Marche è stata un’attività marginale del presidente della giunta Ceriscioli, ingolfato da mille altri problemi, dalla ricostruzione del dopo terremoto alla riorganizzazione della struttura regionale, dalle crisi aziendali ai grandi problemi infrastrutturali della regione. La sanità è stata appaltata a funzionari regionali e dirigenti dell’Asur che non potevano avocare a sé decisioni che erano di responsabilità politica e non di natura tecnica . Questo ha comportato una sostanziale paralisi delle decisioni sul piano occupazionale, sempre in ritardo nel continuo palleggiamento tra Regione ed Asur, sull’indizione di nuovi concorsi, sulle scelte di sforamento dei budget in previsione della grande fuga di personale medico e infermieristico per pensionamenti fisiologici, per quota cento e per trasferimento di personale che entra in ruolo a tempo indeterminato in altre regioni dove i concorsi sono stati fatti. Come è noto, di fronte all’impossibilità di affrontare i problemi se ne vanno anche i direttori come il dott. Coacci dal vertice dell’Area Vasta 2 di Ancona. Il vertice Asur ha deciso per gli anni 2019-2020 un taglio di undici milioni di euro per il personale, ripartiti in meno 4,4 milioni per Ancona, meno 3,8 milioni per Ascoli, meno 400 mila per Fermo, meno 44 mila per Pesaro, un incremento di un milione e 400 mila euro per Macerata in una situazione di grande sofferenza. Tutto questo nell’ottica di una legge nazionale che consente invece lo sforamento del 5% del tetto di spesa per il personale rispetto ai costi del 2018. Un disastro di gestione di cui secondo me il vertice della Regione neppure si rende conto e come misura d’emergenza prevede l’invio alla direzione dell’Area Vasta 2 di Ancona di un altro dirigente pesarese, il dott. Guidi di Fano, evidentemente di stretta osservanza e  che si metta a totale disposizione dei desiderata del Presidente. Non vorrei che fosse un rimedio peggiore del danno, perché i provvedimenti sono urgenti ed  inderogabili. Nel frattempo - ha concluso Ciccioli - le decisioni per i nuovi ospedali e l’edificazione del nuovo Inrca ad Ancona sud sono di là da venire». 
  

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