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Cronaca

L’acqua di Ancona: dopo il referendum “annega” tra le sfide

La filiera idrica dell'anaconetano al centro dell'analisi dell'Autorità d'Ambito Ottimale n.2 "Marche Centro - Ancona"

L’acqua nella Provincia di Ancona è “pubblica, buona e sufficiente”, ma naviga in un “mare” di incertezze. È quanto sottolinea l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale n. 2 “Marche Centro-Ancona” nel report annuale che fotografa la “filiera acqua” nell’anconetano, presentato oggi ad Ancona.
A preoccupare non è la qualità e nemmeno la quantità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti: “Le fonti di approvvigionamento sono di ottima qualità – ha dichiarato il Direttore dell’AATO 2 Massimiliano Cenerini -  la copertura del servizio acquedotto è pressoché totale, quella del servizio di fognatura è superiore alla media nazionale, quella del servizio di depurazione conforme ai valori medi nazionali e in via di potenziamento”.

Preoccupano molto di più tariffe e investimenti. Il vuoto normativo relativo alla determinazione delle tariffe, lasciato dal referendum che ne ha “cassato” la remunerazione, non è ancora stato colmato.
L’intero settore rischia lo “stallo”. “Fino a quando non si saranno sciolti i nodi, vi saranno forti incertezze per i finanziatori – ha dichiarato Marisa Abbondanzieri, Presidente dell’A.A.T.O. n. 2 – se non si interviene in fretta c’è da aspettarsi un forte rallentamento, se non la paralisi totale dei nuovi investimenti necessari sulla rete”.
I numeri già parlano chiaro: lo scorso anno sono stati realizzati 13,963 milioni di euro di investimenti in meno  rispetto a quanto pianificato.

Le conseguenze? Meno investimenti, servizio più scadente e tariffe più alte.
A lanciare la “ricetta” contro lo “stallo” del servizio è l’Associazione Nazionale  Autorità d’Ambito: “Serve una nuova politica nazionale di settore e un nuovo metodo tariffario - ha dichiarato Luciano Baggiani, Presidente dell’ANEA in una nota – Occorre rendere subito operativa la nuova Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, già istituita, ma non ancora entrata a regime, a cui spetterà la predisposizione di un nuovo metodo tariffario”.

A “pesare” sull’acqua è anche l’imminente soppressione, prevista per il 31 dicembre, delle Autorità d’Ambito, gli enti ad oggi incaricati di regolare il servizio idrico.
Eppure, nelle Marche lo scenario è più rassicurante che altrove. Contro la deriva “s-regolata” del settore, la Regione si è infatti già attivata, approvando l’altro ieri in Giunta una proposta di legge che prevede il conferimento delle attività delle soppresse Autorità d’Ambito agli enti locali, mediante convenzione obbligatoria fra Comuni e Province.

Silvia Barchiesi


 

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