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Cronaca

Stati vegetativi: la Regione istituisce il gruppo di lavoro

Recepite le "Linee di indirizzo per l'assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza". L'obiettivo è evitare fratture nella continuità assistenziale e condizioni di improprio abbandono delle famiglie

Continuità assistenziale alle persone in stato vegetativo e sostegno alle loro famiglie. Sono gli obiettivi che la Regione intende conseguire attraverso l’istituzione di un Gruppo tecnico che dovrà elaborare un programma operativo.
Su proposta dell’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani, la Giunta regionale ha recepito l’Accordo tra Governo e Regioni sulle “Linee di indirizzo per l’assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza”.

Gli interventi verranno coordinati da un Centro regionale di riferimento che andrà attivato anche nelle Marche.
Il Gruppo di lavoro sarà composto da un dirigente dell’Agenzia sanitaria regionale, dai direttori sanitari, da sei medici specialisti (neurologia, anestesia e rianimazione, neuro rianimazione), da un dirigente del dipartimento Salute e Servizi Sociali, da un rappresentante delle strutture private accreditate e da un rappresentante delle associazioni dei familiari.

“Proseguiamo gli interventi per rafforzare le reti cliniche orientate a migliorare l’assistenza ospedaliera e territoriale – afferma l’assessore Mezzolani – La continuità assistenziale ha rappresentato una costante degli ultimi Piani sanitari della Regione che hanno privilegiato l’integrazione dei profili medici e sociali di ogni evento patologico. L’attuale Piano, in particolare, valorizza la continuità assistenziale e l’attivazione di gruppi di lavoro multidisciplinari per predisporre linee di indirizzo professionali e implementare le linee guida nazionali con nuovi modelli organizzativi dei servizi di riabilitazione”.

Le disposizioni che verranno emanate dovranno uniformare l’assistenza erogata, in modo da scongiurare “fratture nella continuità assistenziale e condizioni di improprio abbandono delle famiglie”. Andranno previste adeguate modalità di informazioni e comunicazione con la famiglia, di supporto per i famigliari più impegnati nell’assistenza, di aiuto nelle fasi più critiche durante la gestione del congiunto.

 

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