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Cronaca

Anniversario della Polizia, il Questore Capocasa: «Non pene più severe ma certezza della pena»

Il questore Oreste Capocasa ha detto che è necessaria la certezza della pena. Certezza che non va interpretata necessariamente come misure più severe od afflittive perché quel che è certo è che c'è la necessità di norme procedurali agili e immediate

«Oggi  “Esserci sempre”  è soprattutto l’alta aspirazione ad essere in ogni contesto prossimo al cittadino per accompagnarlo tra gli scoscesi solchi della storia ed aiutare questa comunità nella sua crescita civile, affrancandola dalla paura della criminalità. La sicurezza è un elemento fondante per uno stato moderno,  che fa della democrazia la ragione del suo essere. Oggi più  che  mai essa è  in cima alle esigenze  individuali  e  la domanda da  parte  dei  cittadini  è  forte  ed  investe tutti  i campi» ha detto il questore Oreste Capocasa nel suo discorso in occasione della 163° festa della Polizia Di Stato. Ha proseguito rilanciando un modo di intendere la sicurezza «intesa come qualità della vita, sicurezza che garantisca la tranquillità sociale, sicurezza che promuova le condizioni migliori, per il benessere comune, nel rispetto della legalità».

Dunque non sicurezza come repressioe. Come è possibile? «Sono necessari strumenti legislativi che forniscano un’appropriata autonomia alla Polizia Giudiziaria, strumenti che impediscano ad arrestati, incarcerati e restituiti in massima parte quasi subito  alla libertà, di delinquere, in attesa di un processo che forse tarderà ad arrivare. La pena certa  deve diventare un dato giuridico e giudiziario e cessare di essere solo un semplice aforisma. Non un appello per pene, o, comunque, misure più severe od afflittive. Siamo assertori convinti di una cultura di rispetto dell’uomo, ma c’è la necessità di norme procedurali agili, che consentano di applicare con immediatezza sanzioni, anche brevi, ma assolutamente reali. Il nostro lavoro appare talvolta inutile perché vanificato da prescrizioni,  provvedimenti generalizzati di clemenza, abrogazioni e corre il rischio di accreditare, in chi delinque, la consapevolezza dell’impunità e l’inefficacia del nostro intervento».
 

Poi il questore ha proseguito nel suo discorso di apertura: «Per quanto riguarda Ancona e quegli aspetti della sicurezza connessi alla vita della città, rilevo come nella nostra comunità siano presenti le dinamiche  e le problematiche che in larga misura esistono in altre realtà metropolitane. L’anno trascorso ha visto servizi di Polizia sempre molto attenti e portati a termine con impegno ed efficacia.  La delicata gestione dell’ordine pubblico nel corso di manifestazioni non ha prodotto turbative e la città, nel complesso, ha vissuto serenamente la sua vita collettiva ed associata. Delle risposte le abbiamo già date. Continueremo nell’attività di contrasto a questi fenomeni con abnegazione e determinazione, come è altrettanto alta e scrupolosa  l’attenzione investigativa  nei confronti delle infiltrazioni mafiose...“Esserci sempre” è una categorica affermazione e nel medesimo tempo un impegnativo programma. Sento quindi forte il bisogno di esprimervi sentimenti speciali di riconoscente gratitudine ed apprezzamento per la professionalità, lo spirito di sacrificio l’indefettibile senso del dovere con cui svolgete il vostro compito costante ed oneroso senza calcolo e senza risparmio per il bene di tutti noi: siete una squadra in gamba ed ogni giorno sento vivo nei vostri confronti il favore e la stima della gente. Ed  a voi, almeno ad emolumento morale, vada, per quanto fate, il ringraziamento di tutti noi». 

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