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Cronaca

Quarant’anni di cocktail: il “Principe” Antonio Mistichelli e quella volta che servì Muhammad Alì

Ha fondato il Liberty e lanciato il Caffè della Piazza. Il barman Antonio Mistichelli, originario di Montefalco e dorico d’adozione, ha portato i suoi cocktail anche a Londra alla famiglia reale

ANCONA - Erano gli anni in cui sbocciava la vita notturna, e l’aperitivo era un rito dove già dal cocktail si capiva il carattere e la tempra del bevitore. Per un barman come Antonio Mistichelli,il “Principe”, gli apericena di oggi sono l’equivalente di un’imprecazione in un luogo di culto. Eppure si è dovuto anche lui adeguare ai tempi. Ma il cuore, e soprattutto le mani che miscelano gusti e sapori, resta ancorato agli anni d’oro della dolce vita da bere. Quando il barman era tutt’uno con l’immancabile giacca color crema e con i modi eleganti e regali che ad Antonio fecero guadagnare l’appellativo di “Principe”: «me lo affibbiò una signora, in Sardegna nel 1989 - racconta - proprio per il mio modo elegante di servire i cocktail». E da allora quel nome gli è rimasto appiccicato addosso ed è diventato la sua firma. 

La dolce vita

Il “Principe” è nato a Montefalco, in provincia di Perugia, nel 1954. A 18 anni si diploma a Lucerna alla scuola di barman. E da lì ha iniziato a girare il mondo: Londra, Parigi, Cannes, Saint Moritz. Ed è proprio nelle lussuose hall degli alberghi di queste città che il “Principe” ha potuto contribuire con i suoi cocktail a dare un tono e un sapore alla dolce vita di attori, campioni dello sport e artisti. Addirittura, a Londra, ha servito la famiglia reale. «Lavoravo in una catena di alberghi di lusso - continua Mistichelli - e una volta, in occasione di un ricevimento, ho avuto la fortuna di preparare i miei famosi Martini dry per gli ospiti dell’evento, tra cui c’erano anche alcuni membri della famiglia reale inglese». Di volti noti il “Principe” ne ha visti tanti: «a Cannes, al Festival del Cinema, ho servito da bere a Muhammad Alì. Mentre a Saint Moritz i miei miscelati sono finiti nelle mani della famiglia Agnelli, dei Pirelli, dello Scià di Persia e di tanti altri». 

L’arrivo ad Ancona

Dopo tanto peregrinare, il “Principe” decide di diventare più stanziale e tramite alcuni amici approda ad Ancona dove apre il primo american bar della città: il Liberty. «Non è stato così facile per me entrare nella mentalità e nella vita anconetana - racconta -, mi è sembrata subito una bella città e ospitale, ma allo stesso tempo un po’ chiusa». Ancona negli anni ’80 non era certo così effervescente come le grandi città o le località turistiche dove Mistichelli ha forgiato la sua arte di bartender. Ma un target che sa apprezzare la qualità del buon bere c’è sempre stato, e quindi il “Principe” ha di nuovo colpito nel segno. «Dopo il Liberty ho accettato di venire a lavorare in Piazza del Papa, al Caffè della Piazza (oggi Raval, ndr) - racconta il “Principe” - e da allora sono spuntati come funghi nuovi locali». Tanto che una volta la piazza era aperta alle auto e c’era soltanto un cocktail bar (Caffè della Piazza), un ristorante (La Moretta) e una gelateria (Sottozero)». Oggi i bar sono addirittura otto. In 40 anni è cambiato il mondo. Sono cambiate le abitudini e i gusti. E’ cambiato il modo di bere. «Un tempo il carattere di un bevitore lo si vedeva da quello che ordinava, e generalmente il cocktail aveva un gusto forte e un’elevata gradazione alcolica - dice il “Principe” - oggi vanno per la maggiore i sapori profumati. E il ghiaccio nel bicchiere ha occupato più spazio».

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