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Cronaca Centro storico / Piazza del Plebiscito

Vertenza Puliart: «Non possiamo pagare nemmeno le bollette di casa»

Le dipendenti della ditta che si occupa della pulizie nelle caserme dei carabinieri non ricevono lo stipendio da 4 mesi. Due mensilità le verserà la Prefettura

Addosso agli impermeabili rossi della loro sigla sindacale, la Filcams Cgil, hanno attaccato dei cartelli con scritto ciò che reclamano: stipendio e dignità. Il diluvio mattutino che stamattina si è abbattuto anche su piazza del Plebiscito non ha fermato la protesta delle dipendenti della Puliart, la ditta che su incarico della Prefettura si occupa della pulizia nelle caserme dei carabinieri di Ancona e Provincia e che negli ultimi 4 mesi non avrebbe versato lo stipendio a una ventina di lavoratrici nella provincia di Ancona. Le donne si sono simbolicamente imbavagliate e incatenate l’una all’altra davanti alla sede della Prefettura. Al flash mob erano presenti solo cinque dipendenti ma al loro fianco, in segno di solidarietà, c’era una decina di lavoratori impegnati in altri appalti. Donne, lavoratrici e mamme. Intorno alle 10,40 una delegazione guidata dalla segretaria provinciale FilcamsCgil di Ancona, Rita Giacconi, è stata ricevuta negli uffici prefettizi e dopo poco più di un’ora di colloquio ha ricevuto la rassicurazione che la stessa Prefettura si impegnerà a versare lo stipendio di due mensilità. 

Donne, lavoratrici e mamme

Akhter Shoieli è una mamma single con tre figli minorenni e lavora alla caserma Burocchi di via XXV Aprile: «Mi hanno staccato la luce a casa da ben 11 giorni perché non riuscivo a pagare le bollette. E’ difficilissimo, ogni giorno è peggio dell’altro e per di più la ditta dice che ci manda i soldi da un momento all’altro, ma poi non si vede nulla e spesso non rispondono neppure al telefono». Dietro di lei campeggia un lenzuolo bianco con una scritta in inchiostro nero. “Pulizia caserme carabinieri, 4 mesi senza stipendio e dignità”. Gessica Losasso spiega la questione e la sua vicenda personale: «Facciamo pulizie per le caserme dei carabinieri e ho visto una mia collega portarsi la candeggina da casa». Gessica reclama due sole mensilità per 650 euro: «Io mi sono licenziata per giusta causa perché sono di Chiaravalle e non potevo permettermi le spese di trasporto fino ad Ancona. Vorrei dire a queste persone di guardarsi in faccia. Loro hanno luce e gas, a noi stanno staccando tutto ma non ci staccheranno la voce per protestare. Facciamo un lavoro dignitoso e ci devono pagare lo stipendio». E lo stipendio, secondo quanto raccontano dipendenti ed ex, è stato promesso invano più di una volta: «Ci mandano alla Posta perché ci inviano certificazioni in cui dicono di aver versato gli stipendi, ma questi soldi poi non arrivano. Non chiediamo regali- conclude Gessica- ma solo il diritto di avere quello che ci spetta». Anche Renata Frulla sostiene di dover avere 650 euro. E’ di Bettolelle, vicino Senigallia, e percorre 32 Km al giorno per prestare servizio nelle caserme di Marzocca e Trecastelli: «Sono cardiopatica e vivo da sola, è una vergogna». Poi c’è Barbara Fuochi: «Devo avere 500 euro, la mia fortuna è che ho anche un altro lavoro. Al Prefetto chiediamo che si metta una mano sulla coscienza perché questa ditta ha fatto traboccare il vaso. Noi andiamo avanti con il nostro lavoro dignitosamente, ma chi ha un'altra occupazione lascia». 

La risposta della Prefettura

La risposta della Prefettura non si è fatta attendere. «Hanno preso l’impegno di pagarci loro le mensilità di luglio e agosto. Per settembre, ottobre e novembre invece la situazione è ancora aperta- spiega Gessica Losacco- speriamo che entro 10 giorni questa cosa venga fatta, ma nel frattempo le mie colleghe continuano a dover andare sul posto di lavoro»
 

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