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Cronaca Centro storico

Stretta anti movida, ma gli operatori protestano: «Siamo imprese, non capri espiatori»

Il Comune ha emesso questa mattina l'ordinanza che vieta di fatto l'asporto dopo le 24. In piazza del Papa gli operatori tuonano contro le nuove regole e interviene anche Confartigianato

ANCONA - Dalle 21 alle 7 sarà vietato consumare alcolici e superalcolici su «aree pubbliche, aree private ad uso pubblico e aree private aperte al pubblico». Il sindaco ha firmato questa mattina un'ordinanza per contrastare l'abuso delle sostanze alcoliche e le conseguenze negative sulla sicurezza, il decoro urbano e la quiete pubblica in orari serali e notturni. E' possibile consumare drink al tavolo dei locali e nei dehors fino alle 3 e «fino alle ore 24 è consentito il consumo di alcolici a seguito di asporto in bicchiere, anche di vetro, esclusivamente in prossimità dello stesso pubblico esercizio presso il quale la bevanda è stata acquistata». Su quest'ultimo punto si sono scatenate le polemiche. Sì perché di fatto gli operatori temono che così, dopo la mezzanotte, non potranno più lavorare con l'asporto.

L'associazione di categoria

Sulla questione si è espressa la Confartigianato che in una nota ha scritto: «Siamo d’accordo - dicono il presidente territoriale di Confartigianato Paolo Longhi e il responsabile sindacale territoriale dell’associazione Luca Casagrande - sul fatto che si debba trovare una soluzione alla gestione dell’ordine pubblico, ma l’ordinanza che vieta la somministrazione da asporto dopo le ore 24 risulta assolutamente eccessiva e inopportuna in quanto non solo non risolve i problemi di sicurezza, ma comporterebbe un calo di fatturato tale da compromettere la sopravvivenza delle imprese. Introduce, infatti, limitazioni nel momento di maggiore affluenza di clientela specie nel periodo della primavere-estate, con conseguenze anche sull’attrattività turistica e sulle attività commerciali di tutto il centro cittadino». l provvedimento adottato «è troppo restrittivo considerando che su Piazza del Plebiscito insistono 11 imprese di somministrazione e un’attività di ristorazione che danno lavoro a oltre 80 persone». «A questo punto chiediamo un incontro urgente con il Sindaco per trovare una soluzione che sia condivisa anche con gli operatori». 

I titolari dei bar uniti contro l'ordinanza 

Tuonano anche gli operatori di piazza del Papa che scrivono in un comunicato congiunto: «Siamo imprese, non capri espiatori. Siamo cittadini. E come tali chiediamo di essere considerati». Dopo tutti i problemi legati alla pandemia e al rincaro dei prezzi gli operatori e i commercianti dicono stop alle limitazioni.  «Noi somministriamo alimenti e bevande, come descritto nelle licenze di cui siamo in possesso. Non siamo controllori. Eppure siamo chiamati a svolgere anche questo ruolo. E non solo lo abbiamo accettato, ma lo stiamo applicando con costanza e dedizione, al fine di contribuire ad una maggiore tutela della piazza, dei fruitori e degli stessi residenti. Il problema va risolto attraverso strumenti che sono in possesso delle autorità competenti». Concludono: «Non possiamo e non vogliamo pagare noi il prezzo di una criticità che ha più una connotazione di tipo sociale e culturale».

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