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Cronaca

Tagli agli uffici postali, la protesta per fermare il piano di Poste Italiane

Presenti alla manifestazione anche i sindaci e vicesindaci dei Comuni di Petriano, Serra Sant'Abbondio, Montemonaco, Castelbellino e Cagli, portavoce dei disagi e dei disservizi che inevitabilmente i loro cittadini subiranno

Le bandiere sventolano, qualcuno si è vestito da contadino per rappresentare gli enormi disagi che gli abitanti della campagna e delle zone montane avranno senza più un ufficio postale nelle vicinanze o con orario razionalizzato. Cartelli e vignette sono contro i tagli che Poste Italiane intende fare in base al piano di organizzazione della rete degli uffici postali. Il fatidico 13 aprile si avvicina, nelle Marche rischiano la chiusura 10 uffici, 23 l'orario ridotto. Ieri mattina, la manifestazione pubblica davanti alle sede delle Poste regionali in Largo XXIV Maggio ad Ancona ha avuto una grande partecipazione.

Oltre ai sindacati di categoria e ai lavoratori c'erano anche cittadini, clienti, amministratori, istituzioni e politici per chiedere ancora una volta di mantenere aperti gli uffici postali. Presenti anche i sindaci e vicesindaci dei Comuni di Petriano, Serra Sant'Abbondio, Montemonaco, Castelbellino e Cagli, portavoce dei disagi e dei disservizi che inevitabilmente i loro cittadini subiranno. Saranno costretti a spostarsi anche di decine di km per raggiungere l'ufficio postale più vicino e i problemi maggiori si verificheranno sicuramente per gli anziani. In alcuni comuni dove gli uffici postali chiuderanno, la popolazione si è già attivata per togliere i libretti postali.

Per i sindacati, sono inaccettabili le discriminazioni anche economiche  che colpiranno i cittadini dei Comuni interessati dalla riduzione che oltre alla perdita del servizio diretto dovranno pagare di più per spedire una raccomandata o un bollettino postale. Dietro alla razionalizzazione si intravedono solo perdita di occupazione. Al termine del sit-in è seguita un'assemblea pubblica nell'ex sala del consiglio Comunale per discutere della situazione. Il deputato Emanuele Lodolini si è impegnato a portare avanti questa battaglia in Parlamento.

«L’unica azione responsabile che l’azienda adesso può fare è sospendere l’attuazione del piano di interventi con un atto ufficiale indirizzato a tutti coloro, dai lavoratori ai Sindaci dei Comuni interessati dalla riduzione dei servizi postali,  intervenuti al sit-in e all’assemblea pubblica regionale» dichiara Dario Dominici, segretario generale Slp Cisl Marche. «Il piano presentato dal nuovo amministratore delegato delle Poste preoccupa perché più che uno sviluppo, si contemplano tagli che riguardano solo le fasce più deboli dell'azienda- commenta Gloria Baldoni, coordinatrice Slc Cgil Marche-. Basta pensare agli esuberi che scaturiranno dal piano che prevede la consegna della posta a giorni alterni e la chiusura di molti uffici postali». 
                                    

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