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Cronaca

Spese pazze della Regione, protesta dei cittadini: «Devono andare a casa»

Stamattina davanti alla sede della Regione Marche, una 30ina di persone si sono presentate per protestare contro il caso delle spese pazze in Regione e tenere alto il livello di attenzione su una vicenda per loro scandalosa

«Devono andare tutti a casa». Uno slogan, ormai noto, che rievoca come il legame tra cittadini e politica sia gravemente sfilacciato. Uno slogan rievocato stamattina davanti alla sede della Regione Marche, dove una 30ina di persone si sono presentate per protestare contro il caso delle spese pazze in Regione. Capofila dell’iniziativa era Giacomo Rossi, presidente del movimento civico e trasversale “Fronte di azione popolare di Pesaro Urbino: «Siamo qui con una manifestazione apartitica e apolitica per protestare contro lo scandalo dei rimborsi pazzi. Una vicenda spiacevole e vergognosa perché i nostri consiglieri sono indagati per aver speso soldi pubblici per cose personali. E’ vergognoso alla luce della crisi economica per cui vogliamo tenere alta l’attenzione su questo scandalo. Che la Procura di Ancona arrivi fino in fondo a questa vicenda».

Gli attivisti provenienti da tutte le province marchigiane parlano di scandalo, nonostante le accuse della Procura di Ancona siano poca cosa rispetto a quello contestato in altre realtà e nonostante si stai parlando di poco più di 1 milione in 5 anni. Ma su questo non hanno dubbi: «No no, è proprio uno scandalo perché si parla di spese per centinaia di migliaia di euro servite per attività non concernenti la politica». 

Hanno presidiato per quasi tutta la mattina nello spiazzale di via Gentile da Fabriano, proprio mentre nel palazzo si stava tenendo una seduta consiliare. Ma loro, i “cittadini qualunque”, erano lì con bottiglie di vino in scatola, salumi e formaggi, in chiaro riferimento alle accuse contestate dalla Guardia di Finanza. Infatti secondo le fiamme gialle, i 66 indagati avrebbero utilizzato soldi pubblici per cene private, pacchi natalizi con ogni ben di Dio e addirittura stendipanni

Ma ci sono anche molti consiglieri a cui viene semplicemente contestato di non aver presentato adeguata documentazione giustificativa del costo di convegni, pranzi e attività che magari avevano finalità politiche. E se fossero attività politiche più che lecite? Rossi risponde tagliando corto: «Prendono 8mila euro al mese. Se li pagassero con i loro soldi i convegni politici». 

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