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Cronaca

La prostituzione abita dal Piano a Torrette, così la Polizia contrasta lo sfruttamento

Il primo passo è agganciare e conoscere le donne per entrare in empatia. Lo fanno altre donne, ma poliziotte della "Sezione Criminalità straniera e diffusa" appositamente addestrate

La premessa é che le forze di Polizia possono agire solo di fronte a reati e scegliere liberamente di vendere il proprio corpo non viola alcuna legge. Come non è reato essere proprietari di un appartamento dove vive in affitto una prostituta perché, quando a salire sul banco degli imputati è il locatore di un immobile, la pubblica accusa sospetta sempre come dietro quell’affitto ci sia anche una parte in nero attraverso la quale la donna paga chi gli fornisce l’appartamento, che in realtà lucra sul meretricio. Infatti gli inquirenti agiscono per contrastare non la prostituzione in sé, ma reati collegati: il favoreggiamento e lo sfruttamento. Ad Ancona questo fenomeno è indoor e le case del sesso si trovano quasi esclusivamente tra il Piano, Torrette e Palombina. Come anche a Falconara in zona Clementina e lungo la Flaminia prima di Senigallia. Sempre comunque luoghi facilmente accessibili e con canoni di affitto più economici.

Il controllo e contrasto di questo particolare fenomeno sociale è compito della Squadra Mobile della Polizia di Stato, diretta dal capo Virgilio Russo, il quale può contare su uno specifico team denominato “Sezione Criminalità straniera e diffusa”. Diffusa perché il sesso a pagamento non si consuma in un luogo specifico e straniera perché ad Ancona la prostituzione è in mano a donne di nazionalità per lo più del centro Africa e dell’Est Europa, soprattutto nigeriane e rumene. Per investigare nell’Ancona a luci rosse, la Mobile dorica può contare su donne, poliziotte altamente addestrate ad entrare in punta di piedi nell'Ancona a luci rosse per conoscere queste escort. Dopo averle "agganciate", il passo successivo è il colloquio. Entrare in empatia con loro diventa fondamentale per gli investigatori al fine di capire se dietro quell’essere umano ci sia una donna libera di ricercare soldi facili in cambio di sesso o si nasconda una schiava, convita a lasciare il proprio paese con l’inganno per poi diventare merce per il mercato del sesso. Donne ricattate da uomini, quasi sempre, che, per mantenere il controllo del giro di affari, non si fanno scrupolo a minacciare ritorsioni, magari agitando lo spettro della magia nera. 

«A noi arrivano tantissime segnalazioni da tutta la provincia, da Ancona certo ma anche Falconara e Senigallia. Noi rispondiamo a tutte le richieste di intervento e possiamo controllare i permessi di soggiorno di fronte a soggetti stranieri, fare verifiche su irregolarità amministrative, ma non possiamo fare nulla se una donna si prostituisce liberamente. Invece possiamo e dobbiamo scoprire i reati e quindi dove si cela lo sfruttamento e il favoreggiamento che, in alcuni casi, può diventare anche tratta di esseri umani». A spiegarlo è proprio il capo della Squadra Mobile Virgilio Russo che prosegue «Noi facciamo controlli periodici e abbiamo personale femminile addestrato a colloquiare con le prostitute per capire se c’è tratta o sfruttamento. Non sempre è cosi, ma se ci sono dei dubbi si avviano delle indagini». Inchieste che oggi sono sempre di più on line, come lo sono gli annunci sexy. Su internet infatti si trovano veri e propri portali dedicati al sesso con la presentazione delle ragazze, le foto, tutte quelle che sono le prestazioni possibili e, nel caso di iscrizione ai portali, anche i recapiti telefonici per prendere direttamente un appuntamento. Oggi presentarsi al pubblico è sempre più sofisticato. Non a caso l’ultima operazione della Mobile ha portato allo scoperto una coppia di Ancona che aveva messo in piedi un vero a proprio “pacchetto di servizi” dedicato alle escort che volessero farsi un nome nel capoluogo. 

Eppure ci sono stati casi di prostituzione vecchio stile anche in città, in strada, nel piazzale della Coop di corso Carlo Alberto, dove alcune nigeriane adescavano anziani  in cerca di avventure. «E’ stato un caso estemporaneo ma dopo una serie controlli non ci sono più arrivate segnalazioni in tal senso - ha proseguito Russo - Questo non significa che non possa ripetersi ma ad Ancona la prostituzione in strada non esiste. E’ diffusa nelle case e se ne trova traccia su internet. Partimmo da lì per l’ultima operazione che  portò ad arresti, denunce e sequestri circa un anno fa. Poi l’obiettivo è sempre quello: portare le donne a denunciare i propri sfruttatori, puntando anche sulla legge che consente di avviare le procedure per il permesso di soggiorno per quelle che ci forniscono elementi investigativi importanti per incastrare gli uomini che gestiscono il racket. Per questo siamo anche in contatto e collaboriamo con alcune associazione di volontariato che si impegnano per salvare le donne vittime della prostituzione, come Free Woman e la Caritas. Non è facile capire quando si ha a che fare con queste donne e non è neanche facile dimostrare il legame tra loro ed eventuali protettori, ma così contrastiamo i reati e difendiamo le vittime». 

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