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Cronaca Falconara Marittima

Botte e insulti alla moglie, la minaccia anche prima di deporre in tribunale: «Non presentarti o sarà peggio per te»

A processo per stalking, maltrattamenti in famiglia e lesioni un uomo di 39 anni. La vittima si è costituita parte civile. «Avevo il nemico in casa»

FALCONARA - Picchiata, insultata e umiliata dal marito che sarebbe arrivato anche a tentare di strangolarla. La donna ha dovuto fare otto denunce contro quello che ieri, in tribunale, ha spiegato «era ormai un nemico in casa». Le minacce le avrebbe subite addirittura poco prima di presentarsi a deporre. «Non andare o sarà peggio per te». Il racconto, sofferto, di anni di un matrimonio da incubo, è stato fatto davanti al collegio penale dove l’uomo, 39 anni, è finito a processo per stalking, maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. La vittima, 38enne, parte civile con l’avvocato Elisa Gatto, ha fatto le denunce a partire dal 2020, quando ha deciso di lasciare il marito e la casa dove vivevano. I fatti più aggressivi sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2021 ma il pm Daniele Paci ieri ha aggravato il capo di imputazione perché le condotte persecutorie sono continuate anche fino a questi giorni nonostante l’uomo abbia un divieto di avvicinamento e di qualsiasi contatto con la vittima.

«Non potevo condurre una vita normale, ero sempre chiusa in casa – ha riferito la vittima – avevo il nemico in casa. Mi accusava di essere una poco di buono, mi spegneva anche le sigarette addosso. Una notte ha preso un coltello da cucina e si è scagliato dalla parte della mia metà del letto. Per fortuna ha preso il materasso». Quando ha deciso di lasciarlo e andare via di casa, lui le avrebbe rotto il setto nasale a calci. Le ferite subite lei le ha tutte fotografate con il cellulare e consegnate poi in sede di denuncia. Foto che ha fatto vedere anche in tribunale. Quando ha cambiato casa perché «volevo fare una vita normale per i miei due figli» il marito avrebbe continuato a perseguitarla anche lì. A luglio del 2021 lui l’avrebbe presa per il collo. «Me lo ha stretto fino a quando non respiravo più – ha detto la ex moglie – per strangolarmi. Ha lasciato la presa solo perché nostro figlio di sei anni si è messo ad urlare e ha preso le mie difese». La donna ora vive in una dimora segreta per evitare che il marito, da cui si sta separando legalmente, la trovi. L’imputato, difeso dall’avvocato Nicoletta Pelinga, rigetta ogni accusa. Prossima udienza per sentire altri testimoni il 20 aprile.

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