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Cronaca Osimo

La patente è scaduta, quando la poliziotta lo multa non si trattiene: «Sono un avvocato, le faccio vedere io». A processo

Imputato un 55enne,accusato di minacce a pubblico ufficiale. Era stato fermato sulla statale 16, mentre si dirigeva in carcere per assistere un cliente che era stato arrestato. «Quel giorno ero sotto stress»   

OSIMO - «Sono un avvocato penalista, le faccio vedere io, ci vediamo in tribunale». Questa frase detta in un momento di stress e rabbia ad una poliziotta ha fatto finire a processo per minacce a pubblico ufficiale un legale campano. Il professionista, 55 anni, il 30 luglio del 2018 era dovuto andare di corsa ad Ancona, da Benevento, dove abita, per assistere un cliente che la Dda di Napoli aveva arrestato nel capoluogo dorico e rinchiuso nel carcere di Montacuto. In auto con lui quel giorno c'erano anche due collaboratori, avvocati pure loro. Percorrendo la statale 16 la vettura era stata fermata da una pattuglia delle volanti del Commissariato di Osimo. In servizio c'erano un agente uomo e uno donna. Proprio con la donna l'avvocato avrebbe avuto un battibecco sfociato, stando alle accuse, in minacce. Questa mattina, in tribunale, davanti alla giudice Antonella Passalacqua, sono stati sentiti sia l'assistente poliziotta che l'imputato, difeso dall'avvocato Vincenzo Sguerra. L'agente donna ha riferito che stava procedendo a ritirale la patente al professionista perché era scaduta da tre mesi. L'uomo inoltre viaggiava senza il libretto di circolazione della vettura. Quando ha capito che stava per fare il verbale avrebbe reagito molto seccato e con prepotenza. «Mi disse sono un avvocato penalista – ha riferito la poliziotta in aula - conosco anche un ispettore di Ancona». Un modo, stando all'agente, per intimorirla.

Di tutt'altro avviso l'imputato che nella sua testimonianza oggi ha spiegato che quel giorno era solo molto stressato perché gli avevano arrestato un cliente e lui era dovuto partire in fretta da Benevento per arrivare in tempo in carcere dove era previsto l'interrogatorio di garanzia. Dal carcere inoltre lo stavano chiamando dicendogli che lo avrebbero sostituito con un avvocato d'ufficio se non si affrettava ad arrivare. L'imputato, davanti alla giudice Antonella Passalacqua, ha dato la sua versione confermando di aver avuto «un atteggiamento arrabbiato» quel giorno perché doveva correre a difendere il suo assistito ed era in ritardo. Dal carcere lo stavano chiamando. «Ero solo sotto pressione – ha detto il 55enne in aula – e preoccupato per non poter difendere a dovere il mio assistito se avessi fatto tardi. Chiedo scusa alla poliziotta e allo Stato ma non ho impedito che mi facesse la multa. La frase l'ho pronunciata dopo il verbale e dopo il ritiro della patente per la quale non aveva tra l'altro nessuna limitazione alla guida solo che non avevo avuto tempo per rinnovarla. Quando la poliziotta mi ha chiesto se avevo qualcosa da dichiarare le ho detto ci vediamo in tribunale». Dopo la testimonianza il 55enne è andato a chiedere scusa di persona alla poliziotta, rimasta in aula, e le ha stretto la mano. E' stato messo a verbale. L'udienza è stata rinviata al 12 settembre per discussione e sentenza.
 

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