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Cronaca

Strage di Corinaldo, può partire il processo bis: perizie sulla discoteca valide

Dopo un fermo di tre mesi sono state definite le questioni preliminari. Ammessi 250 testimoni. Intanto la banda dello spray fa ricorso in Cassazione

ANCONA - Dopo un fermo di tre mesi sembra finalmente partire il processo bis di Corinaldo, quello relativo ai fatti accaduti alla discoteca Lanterna Azzurra la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018.  Cinque minorenni e una mamma di 39 anni persero la vita, schiacciati da una folla in fuga per lo spruzzo di una sostanza al peperoncino ad opera di una banda che rubava collanine. Definite le questioni preliminari nell’udienza di ieri, davanti alla giudice Francesca Pizii. Nessuna nullità sulle perizie tecniche irripetibili fatte fare dalla Procura a dicembre del 2018 a due consulenti tecnici per analizzare l'interno della discoteca, rientra la Magic nel processo (c’era stato un difetto di notifica) e ammessi tutti i testi di accusa e difese: in totale circa 250 persone. Non sono stati ammessi i 1.300 testi, quelli sentiti a sommarie informazioni durante le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo, che alcune difese degli imputati avevano richiesto ritenendo utile attingervi dopo aver sentito i testimoni della pubblica accusa, rappresentata dai pm Valentina Bavai e Paolo Gubinelli. La giudice si è riservata di sentire qualcuno in corso di causa se lo riterrà utile.

È stato fissato tutto il calendario del processo, saranno 23 udienze con arrivo a sentenza per la metà di luglio. I primi testimoni, quelli dell’accusa, 65, saranno sentiti all’udienza del 18 novembre, prevista alle 14.30. Gli avvocati di parte civile ieri hanno chiesto il sequestro conservativo sui beni di tutti gli imputati. Le difese hanno chiesto una ispezione dei luoghi, alla presenza anche della stessa giudice, prima di iniziare il dibattimento ma Pizii ha detto che deciderà nel corso del procedimento se lo riterrà utile. Sotto accusa nel processo bis ci sono la commissione di vigilanza, presieduta dall'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, il rappresentante dei vigili del fuoco Rodolfo Milani, Francesco Gallo dell'Asur Area Vasta 2 di Senigallia, Massimiliano Bruni perito esperto di elettronica, Stefano Martelli responsabile del servizio di polizia locale, Massimo Manna responsabile dello Suap, Quinto Cecchini, uno dei soci della Magic, Francesco Tarsi, ingegnere ingaggiato dalla Magic, Maurizio Magnani, tecnico della famiglia Micci proprietaria dell'immobile.  Le accuse a vario titolo sono cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e apertura abusiva di un locale. Intanto la banda dello spray ricorre in Cassazione. Già fissata l'udienza che verrà discussa il prossimo 12 dicembre. Imputati sei giovani della Bassa Modenese che in Corte di Assiste di Appello hanno visto aumentate le pene in quanto i giudici avevano riconosciuto anche l'associazione a delinquere oltre ai reati di omicidio preterintenzionale, lesioni, furto e rapina. I sei si trovavano in discoteca quella notte, per commettere furti di collanine d'oro spruzzando peperoncino. Rispetto al primo grado la banda si è vista aumentare la pena da 1 a 4 mesi con condanne tra i 10 anni e 9 mesi e i 12 anni e 6 mesi. Il ricorso presentato dalle difese degli imputati dello spray è lungo 120 pagine e mira a far cadere l'omicidio preterintenzionale ritenendo ci si trovi davanti ad una morte in conseguenza di altro reato e i punti sostenuti già in appello.  

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